E' il momento del passaggio di consegne tra la primavera e l'estate, i primi nidiacei dei rondoni pallidi si sono già involati, e volendo provare l'accoppiata 300mm + moltiplicatore 1.4x sono salito verso la Cattedrale di S.Ciriaco, sul colle Guasco, per tentare di fotografare quelli che sono nati nella colonia che vive nella sottostante area del cantiere navale del porto di Ancona.
La Cattedrale di S.Ciriaco, dall'area del cantiere navale di Ancona |
Le condizioni meteo erano perfette: bel sole e bellissima luce, tirava un discreto maestrale che faceva si che i rondoni dopo aver girato attorno alla chiesa, al momento di ripresentarsi davanti alla rupe trovassero il vento di risalita che li obbligava a 3 secondi (non di più) di stallo, dandomi così la possibilità di tentare degli scatti. Certo, non sono foto eccezionali, ma chi ha provato a star dietro ai rondoni con la reflex, comprenderà..........
Nei successivi fine settimana, gli ultimi di giugno, siamo andati a gironzolare nel parco dei monti Sibillini. Nel primo di questi siamo stati a Castelluccio di Norcia, per la fioritura della lenticchia, e a Monte Prata, dove da anni abbiamo "fatto nostro" un fontanile che è sempre stato prodigo di ottime osservazioni ornitologiche!
Fioritura della lenticchia nel Piano Grande di Castelluccio di Norcia |
Lupinella Onobrychis viciifolia alle falde del M.Vettore |
Dal grande pianoro abbiamo solo cercato osservazioni verticali, nel tentativo di incrociare i voli delle aquile reali. Non le abbiamo viste, ma al loro posto si sono materializzati tre bianconi contemporaneamente in caccia sui ripidi pendii del Vettore, all'altezza del grande Scoglio dell'Aquila.
Per il pranzo (coppa di testa di maiale, pecorino e pane cotto a legna di Borgo S.Antonio-Visso-MC) siamo quindi saliti al fontanile di M.Prata. Qui, tra un morso e l'altro di quell'ottimo cibo, ci siamo deliziati dell'abbeverata e soprattutto dei bagni di culbianchi, verzellini, fanelli, ballerine bianche, cardellini e prispoloni. Sono mancati all'appello il codirossone e il calandro, ma abbiamo registrato due nuove specie: il codirosso comune e lo zigolo giallo!
Ad un certo punto, forse attirata dal nostro mangiucchiare, si è avvicinata una volpe. Così tanto vicina da "pretendere" delle bucce di formaggio! E poi è andata al fontanile, a bere.
Il cane pastore, 'Capo' incontrastato di quei pascoli montani, aveva momentaneamente lasciato le pecore per venire anche lui ad abbeverarsi. Calmata la sete e degnatoci appena di uno sguardo è tornato poi su, in alto, a guardia del suo gregge.
L'ultimo sabato del mese siamo tornati sui Sibillini, ai 1800mt della Forcella del Fargno e poi, poco più in basso, sui vasti pascoli dei Piani di Ragnolo. Al Fargno ci siamo arrivati salendo da Bolognola, percorrendo poi la lunga sterrata che conduce fino al rifugio. Da lassù si gode un panorama grandioso, da un lato verso il non molto lontano Adriatico; dalla parte opposta si guarda verso la catena montuosa del parco: nello specifico Pizzo Tre Vescovi, la Val di Panico, Pizzo Berro e la grandiosa parete del M. Bove Nord.
Salendo al rifugio abbiamo incontrato culbianchi, fanelli, codirossi spazzacamino e spioncelli, tutti con nidiacei al seguito, e un presunto pullo di sordone (confidiamo che qualcuno ci aiuti a definire con certezza la specie).
pullo di Sordone |
Stavamo riponendo l'attrezzatura quando una grossa sagoma è sfilata alla nostra destra e si è messa in caccia davanti a noi, in Spirito Santo. Un magnifico biancone si stagliava perfettamente sullo sfondo scuro delle rocce.
Soltanto a casa, la sera guardando le foto al computer, ci siamo resi su quale sfondo guardavamo cacciare il biancone: un ombra inquietante!
Ma allora.......sono già tra di noi? |
Scendendo dal Fargno, lasciando lassù visioni e pensieri "alieni", ci siamo diretti ai Piani di Ragnolo per concludere al meglio la giornata montana tra pascoli fioriti e rose canine esuberanti; tra averle piccole, calandri e saltimpali.
Piani di Ragnolo in fiore |
Tra pochi giorni, verso la metà del mese, la tavolozza dei colori dell'altipiano di Castelluccio sarà al massimo del suo splendore. Su tutti l'azzurro, il rosso e il bianco dei fiordalisi, dei papaveri e delle margherite. Miscelati al giallo, al rosa e al violetto di altre essenze, renderanno spettacolare e unico il cromatismo di quei prati.