mercoledì 13 maggio 2015

Pecchiaioli sulla Gradina

6 maggio. Un fortunato ripensamento mi ha fatto deviare, allungando di qualche chilometro la strada verso casa. Perciò passaggio alla Gradina per un'oretta scarsa da trascorrere aspettando l'ora del pranzo. E invece sono rimasto lì, solo soletto, per quattro ore a guardare il cielo e loro, i pecchiaioli, che avevano deciso di passare in massa proprio in quel giorno.
Alla fine della giornata ne conterò 708 (peccato non esserci stato sin dal primo mattino, ne avrei censiti sicuramente più di mille!). Ma tra sbinocolate, conteggi, trascrizione sul taccuino e foto, nelle prime tre ore non ho avuto un attimo di tregua.
Inquadravo i pecchiaioli in volteggio tra i 6 e gli 8 chilometri di distanza dalla mia postazione e quando i rapaci iniziavano a scivolare verso la Gradina li lasciavo, cercandone altri in altre direzioni.
Li riprendevo poi tra la Gradina e l'abitato di Camerano, dove si ricompattavano su un'altra termica, per poi sfilare definitivamente sopra la mia testa verso il Conero, in direzione N-NE.
Moltissimi sono passati bassi, molti bassissimi (peculiarità propria dei pecchiaioli in migrazione, almeno qui da noi) lasciandosi così fotografare benissimo, con bei primi piani, occhi negli occhi!
Ma che gran divertimento, che grande gioia vederli così bene, e così tanti!












Magnifico il falco pecchiaiolo, un rapace atipico, coloratissimo: dal bianco quasi puro al bruno quasi nero. Sembra quasi che non ce ne sia uno uguale ad un altro! Testa piccola e spinta in avanti, ma ali e coda larghe e lunghe, per domare il vento.
Ma come per la poiana, per lo sparviere e il falco di palude non c'è verso di sottrarsi al mobbing delle cornacchie: ma non se la prende più di tanto. Anzi, non si scompone proprio: allunga il passo e si allontana!