mercoledì 1 giugno 2016

Binocolo e reflex, gli strumenti di una passione!

Il meteo dice bene: sole e leggera ventilazione. Nel cielo azzurro poche nuvole si formano e si dissolvono, creando a terra zone d'ombra e di luce interessanti per la fotografia. E' venerdì e con i  miei fidati strumenti vado a divertirmi! Oggi sono solo (c'è chi lavora e chi...no) quindi birdwatching  cittadino, zona portuale, colle Guasco e parco del Cardeto. Prima una visita allo stabile che accoglie una importante colonia di rondoni pallidi, difronte il cantiere navale. Ma non metto mano alla reflex: per fotografarli aspetto di salire verso la cattedrale. A metà costa, da una delle curve panoramiche. E' quello il punto migliore per scattare foto sia ai rondoni che ai gabbiani e i loro pulcini.




























Lo spazio aereo tra il colle e il porto antico è pieno dei voli dei gabbiani reali e dei rondoni pallidi; alle spalle, verso i tetti di Ancona vecchia, centinaia di rondoni comuni creano caroselli bellissimi. Tra i pallidi (saranno sottospecie?) ce ne sono di quelli "a falce di luna" e  quelli "dalla bocca larga"!



Da quel punto il panorama sul porto è straordinario!


Proseguendo nel mio giro ornitologico mi addentro tra i boschetti del Cardeto, lungo larghi tracciati che salgono verso il vecchio faro, e oltrepassato quello nuovo mi appare l'altra parte della città, quella che guarda verso SE, verso il Conero. Qui vado alla ricerca dei codirossi comuni. Ormai conosco perfettamente in quali buchi delle vecchie mura nidificano e mi apposto in attesa di vederli portare materiale per il nuovo nido, o trasportare imbeccate per i pulli già nati. I codirossi sono spettacolari!
















Sulla strada del rientro all'auto, transitando alle spalle delle palazzine della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza, osservo un andirivieni incessante di rondoni da e verso le finestre degli stabili: nidificano anche lì, nei cassonetti delle serrande, a contatto "di gomito" con i militari e i civili che vi lavorano!


Intanto mi aveva chiamato lei, la "capa" di casa, dicendomi che nel suo giro mattutino preufficio, si era imbattuta in un nido di rondine in centro città! Ma no, ma dai, ma mi prendi in giro. Ma dici davvero? Allora vado subito a vedere. Detto fatto, e c'era! Una coppia molto indaffarata, credo ancora intenta a terminare la costruzione del nido, posto dietro un neon a muro, all'interno di un piccolo porticato d'ingresso di un condominio. Proprio difronte il portone d'entrata! Una prima assoluta, almeno per noi!

La freccia indica il punto della nidificazione














Sabato armi e bagagli in spalla, pranzo al sacco pronto nel sacco (altrimenti che pranzo al sacco sarebbe!) si parte per una giornata di BW in zone umide. Destinazione saline di Cervia e valli di Comacchio. Arrivati alle saline dal nostro solito ingresso (Villa Inferno) rimaniamo alquanto delusi dal trovare praticamente nulla o quasi (almeno in quelle vasche lì): un centinaio di fenicotteri sparpagliati sulla sinistra, la piccola colonia di gabbiani corallini, lontani sulla destra, qualche timida garzetta. Lentamente raggiungiamo l'hotel Ficocle, poi a sinistra lungo la forlivese. A parte un po' di gabbiani reali con pulli, il resto è desolatamente vuoto! Bene, pausa di riflessione con caffè (rigorosamente autoprodotto in loco) e poi decidiamo di fare un salto sul lato sud delle saline, al kartodromo. E lì ci si apre un mondo, finalmente!


















Mignattini piombati e comuni, gabbiani rosei e corallini. Un tripudio di sterne comuni, moltissime in cova; e con loro avocette e gabbiani comuni.














Ma i nidi sono così vicini che la vita condominiale non è per niente facile! Le scaramucce sono continue, e sono quasi sempre le sterne a provocarle.









Ci saranno almeno un migliaio di fenicotteri, in lontananza su un isolotto un'altra colonia di sterne e gabbiani. Da un palo in cemento si invola una pettegola, mentre un'avocetta si libra, elegante e vocifera, nell'aria. Una coppia di gabbiani comuni ha ben altro per la testa che dar retta alle rimostranze delle sterne.....







Riposta tutta la "strumentazione" nell'auto,  ripartiamo verso nord: destinazione valli di Comacchio. Prima però doverosa deviazione verso la Bevanella per tentare l'approccio con la ghiandaia marina. E' lì che ci aspetta, posata su un palo. Arriviamo e s'invola, giusto il tempo di uno scatto mentre sul lato opposto della sterrata, sui cavi, si posa un bel cuculo maschio.



Arrivati a ridosso di Comacchio, puntiamo direttamente alle saline e.......sorpresona: la strada lastricata di buche (ogni volta che la imboccavi ti si stringeva il cuore pensando alle "sofferenze" dell'auto), ora è praticamente tutta asfaltata! Poca vita in quella piccola parte delle saline: qualche coppia di gabbiano reale con pulli, pochi cavalieri d'Italia in cova. Due pettegole zampettano tranquille nelle acque basse mentre sopra di noi vola una sterna zampenere.








Attraversato Comacchio puntiamo su Valle Zavelea e l'argine Agosta. Sosta pranzo nel boschetto difronte l'oasi, e mentre mangiucchiamo i panini gli occhi intercettano tutti gli uccelli che ci si parano davanti. Rondini a non finire, piccoli drappelli di colombacci, un maschio di albanella minore in caccia sui prati, airone cenerino e guardabuoi e l'onnipresente beccamoschino. E all'improvviso una saetta giallo-nera, il rigogolo!






Percorriamo l'Agosta a passo d'uomo (tanto non c'è traffico): a destra, lungo il canale, molti gruccioni indaffarati lungo tutta la bassa parete dell'argine, nell'acqua scivolano le volpoche con pulcini al seguito. Un'altra albanella minore batte sistematicamente i coltivi, questa volta c'è anche un falco di palude; le minuscole porzioni di canneto risuonano dei gracchianti canti dei cannareccioni, mentre  è incessante l'andirivieni delle sterne comuni. A sinistra, nel grande mare di Comacchio, e sottocosta, galleggiano pigramente una trentina di svassi piccoli, bellissimi nella loro livrea nuziale. Lasciato l'argine Agosta e puntando su Prato Pozzo, in un uno sfalcio troviamo una "squadra" formata da una quindicina di aironi sonnecchianti. Nel gruppo due splendidi aironi rossi.


Prima di attraversare il fiume Reno con il traghetto di S.Alberto, facciamo una breve sosta per osservare gli assembramenti di fenicotteri lungo la penisola di Boscoforte: saranno qualche migliaio! Piccoli gruppi più vicini a noi s'involano per raggiungere gli altri, mentre due spatole setacciano l'acqua con il loro caratteristico movimento: destra, sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra.


Riprendiamo quindi la strada di casa non senza aver fatto una doverosa sosta di nuovo a Cervia. Ritroviamo più o meno le stesse cose, gli stessi uccelli e gli stessi atteggiamenti, ma la luce del tardo pomeriggio impreziosisce il tutto.
Domenica. Chiudiamo il trittico con una giornata di birdwatching in quota. Sui monti Sibillini, oltre i 1200 metri: tra Castelluccio di Norcia, Forca di Presta e monte Prata. Non ci aspettiamo di fare chissà quali osservazioni, conosciamo benissimo i posti e gli uccelli che ci aspettano, ma la voglia di andare "in alto" è tanta! E poi stiamo entrando nel periodo magico delle fioriture dei pianori di Castelluccio. Ora il Piano Grande è un'immensa tavolozza dorata; nell'arco di un mese avrà assunto tutti i colori dell'arcobaleno!


La giornata trascorre girovagando per quei pianori incontrando pochi raccoglitori di funghi: sembrano formiche in quelle vastità. Con loro altrettanti pochi fotografi che si cimentano nella foto macro con fiori, insetti e farfalle. Un bel gruppo di gracchi corallini si ciba a terra, infilando nel terreno i loro lunghi becchi ricurvi alla ricerca di vermicelli.
Salendo verso Forca di Presta incontriamo i primi culbianchi e qualche calandro. In alto, sui pendii erbosi sotto la Balza dell'aquila, cacciano poiane e gheppi.



Riattraversiamo Castelluccio verso l'ora di pranzo: è piena di turisti, quelli del mordi e fuggi. Vengono scaricati dai pullman, visitano i negozietti dei prodotti locali, comprano qualche sacchetto di lenticchia, mangiano un panino e....i pullman se li riportano via. Fine della gita! Noi percorriamo la strada del Pian Perduto e saliamo a monte Prata. Ci fermiamo al fontanile degli impianti di risalita e aspettiamo i visitatori dell'acqua. E arrivano, puntuali come sempre. Fanelli, cardellini, fringuelli, culbianchi, prispoloni, calandri, verzellini, zigoli gialli, ballerine bianche. A volte anche il codirossone e il crociere.



E' ormai metà pomeriggio e c'è anche un bel vento. Decidiamo di scendere a valle, passando però da Ussita per cercare di fotografare, lungo l'omonimo torrente, la ballerina gialla. Ci va anche bene. Ne troviamo una, non è proprio nel torrente, ma fa lo stesso.


Abbiamo trascorso tre giornate fantastiche, abbiamo fatto del buon birdwatching in tre ambienti completamente diversi. Ma dove, quando, e se ci sono loro, gli uccelli, noi stiamo bene. Sempre.