venerdì 18 maggio 2012

I Cavalieri "danzanti"

Soffia forte il maestrale in questa mattina di metà maggio. La primavera sta faticosamente ma inesorabilmente occupando lo spazio che l'inverno, prima tiepido e poi freddo e nevoso, non sembra voler abbandonare.
Moltissimi migratori sono già transitati mentre altri, ancora pochi, si rifocillano nelle basse acque dei piccoli stagni di Scossicci (P.Recanati-MC), prima dell'ultima tappa verso i territori del nord Europa.


Alcune coppie di Cavaliere d'Italia probabilmente si fermeranno a nidificare, così come hanno già fatto negli ultimi anni. Sempre che si riesca, la natura e gli uomini sopratutto, a mantenere il giusto livello dell'acqua.
Ce ne sono una dozzina, o poco più, in continuo movimento da un guazzo all'altro. Sei o sette di loro sembrano "tarantolati" tanto sono irrequieti, chiassosi e litigiosi.
Forse si stanno formando le coppie, forse stanno disputandosi il territorio, tant'è che come sempre lo spettacolo offerto dai loro movimenti è affascinante, ipnotizzante!
Si alzano in volo, girano attorno alla stagno e scendono di nuovo nelle sue basse acque.


Qui iniziano le scaramucce, i litigi, le beccate, i tentativi di "affondamento", le rincorse. E tutto questo senza un attimo di silenzio. Grida e schiamazzi continui, petulanti: a volte sembrano addirittura isterici!
















Ma quando iniziano a "danzare" non riesci più a distogliere lo sguardo, non sai se guardarli ammirato, o fotografarli per fermare quei movimenti atletici e rituali. Fanno leva sulle loro lunghissime zampe rosse per scattare in alto come molle, aiutati in questo dal forte vento che li sostiene in aria quell'attimo in più tanto da rallentarne il ritorno al suolo.
Sembrano dei ballerini, anzi no; mi riportano alla mente i documentari sull'Africa quando vengono mostrati i guerrieri Masai impegnati nelle loro danze tribali! Quando la danza entra nel vivo i giovani guerrieri danno prova della loro forza esibendosi in altissimi salti a piedi uniti, così come fanno i nostri Cavalieri. 
Che i Masai abbiano appreso la tecnica da questi elegantissimi  limicoli...?













Curiosi poi i tentativi di "affondamento", un atteggiamento che non avevo mai osservato. Durante le loro liti se un Cavaliere, per un qualsiasi motivo, si viene a trovare con il corpo a pelo d'acqua e quindi in posizione d'inferiorità trova subito chi, saltando in alto, gli piomba addosso a zampe tese, colpendolo sulla testa e il collo: cercando appunto di affondarlo!

Il colpo dell'affondamento...
...colpito e affondato. Tecnica perfetta!

Chissà se tra questi meravigliosi uccelli ci sarà qualche discendente dei vari Durante, Sette, Beccostorto, Quando, Salina, Vista, Pallino...i primi colonizzatori delle nostre zone umide, così simpaticamente raccontati da Fulco Pratesi nel suo libro "I Cavalieri della Grande Laguna", negli anni '80 (Ed. Rizzoli)?
Molto improbabile, perché quella è solo una gran bella storia. Ma fantasticare, di fronte a questi spettacoli della natura, è così piacevole...!





lunedì 14 maggio 2012

Battaglia "navale"!

Così come una volta gli uomini si affrontavano in mare con le loro fragili imbarcazioni di legno cercando vicendevolmente di affondarsi speronandosi con le prue, o agganciandosi con i rostri per assaltare l'equipaggio avversario, in egual misura, rude e primitivo, mi è sembrato il duello acquatico tra due folaghe a cui ho assistito nella piana di Scossicci...


...lotta senza esclusione di colpi per la conquista o la difesa di una piccolissima porzione di canneto in cui poter nidificare, in un altrettanto piccolissimo specchio d'acqua. 
Che se poi la primavera non dovesse essere particolarmente piovosa l'invaso potrebbe prosciugarsi, vanificando di fatto tutto questo gran trambusto!











Mentre assistevo affascinato a quel duello "rusticano" ad un certo punto mi sono reso conto che a parte il rumore dell'acqua e delle ali che vi sbattevano sulla superficie, i due contendenti non emettevano suoni o rumori di sorta. Allora ho immaginato che a duellare fossero stati invece altri animali o, peggio ancora, due esseri umani: la bellezza e la tragicità di quello scontro sarebbero state involgarite dai suoni gutturali e violenti degli altri selvatici, dall'ansimare degli uomini e dalle loro parole.

















C'era poi la presenza del terzo incomodo, forse il partner di uno dei contendenti. Costui girava in tondo attorno alla coppia duellante, e ogni tanto colpiva con una beccata uno dei due. Quello che non sono riuscito a capire era se colpiva sempre la stessa folaga o se invece, a casaccio, di volta in volta quella più prossima al suo becco......!
Alla fine dello scontro uno dei contendenti, riconosciuta la sconfitta, si è allontanato velocemente dal luogo della zuffa.
Ma il vincitore ha continuato per un po' "a marcarlo" da vicino, non concedendogli alcuna possibilità di ripensamento o di rivalsa: il più forte, il vincente, sarebbe stato padrone assoluto del territorio!