domenica 19 agosto 2012

A "zonzo" per le Valli di Comacchio


Ferragosto 2012
Che si chiamino Caligola o Lucifero questa sequenza infinita di anticicloni africani inizia a creare serie difficoltà anche dove l'acqua, a memoria d'uomo, c'è sempre stata.
Nella nostra ultima uscita, gironzolando attorno alle valli di Comacchio, abbiamo toccato con mano i frutti di questa perdurante siccità: valle Mandriole, per esempio, quella bellissima oasi, è completamente prosciugata! Quasi la stessa situazione (acqua più o meno al 50%) l'abbiamo trovata a valle Zavelea. E così anche in molti piccoli canali, dove il livello idrico è sotto la media.


Ma dove l'acqua c'è e permette la sosta e l'alimentazione degli uccelli, lo spettacolo offerto è di prim'ordine!
Superato il fiume Reno con il traghetto a S.Alberto, e raggiunto l'argine, quella che è apparsa ai nostri occhi è stata un'immagine straordinaria.


Migliaia di Fenicotteri rosa a pasturare tranquillamente in quell'enorme distesa d'acqua!
Nella valle Fossa di Porto fino alla penisola di Boscoforte abbiamo stimato, sicuramente per difetto, la presenza di circa 7.000 uccelli.


Un colpo d'occhio commovente: les Flamants roses! Mai visti così tanti nella nostra penisola; solamente in Francia, in Camargue, abbiamo avuto la fortuna di osservarne in simili concentrazioni.























Adulti e giovani in un turbinio di zampe con il loro ritmico movimento ad "arare" il fondale, mentre con i sinuosi movimenti dei lunghi colli immergevano becco e testa per setacciare e filtrare acqua e limo. Di contorno poco altro: qualche Piro piro piccolo e qualche Sterna comune.













Facendo violenza psicologica su noi stessi, ci siamo allontanati da quella paradisiaca visione per continuare il nostro giro verso nord. Lungo la strada si incontra un allevamento di bovini con una grande vasca quadrata posta davanti alla stalla. Quasi sempre si possono osservare aironi e garzette, qualche volta anche cigni reali. Questa volta c'erano degli Aironi guardabuoi posati sul terrapieno che guardavano, un po' ingrugniti, un bestione fulvo rossiccio beatamente immerso nell'acqua (aironi che guardano un bue = guardabuoi. Mmmmm....deve essere nato così il loro nome!!!).



Percorso tutto l'argine Agosta senza particolari osservazioni, siamo giunti a valle Zavelea. Qui, prima di incamminarci verso la torretta di osservazione, ci siamo ripetuti per buoni dieci minuti "non succede niente, non succede niente, non succ......." così, come un mantra! Ci siamo arrischiati a lasciare l'auto incustodita però assolutamente vuota, e il vuoto faceva bella mostra di se! Ma tant'è, la preoccupazione c'è sempre, anche perché noi, negli anni, abbiamo dato..............!!!
Ma ci siamo allontanati per poco: dalla torretta c'era ben poco da vedere. Sparuti gruppetti di Pittime reali, Totani mori e Avocette; qualche Garzetta e Cavaliere d'Italia, Germani reali e Sterne comuni. E due Chiurli maggiori.













Ci siamo divertiti molto di più ad osservare le predazioni di Albanelle minori e Sterne zampenere in un vasto campo difronte all'oasi, sul lato opposto della strada. All'ombra di un filare di alberi abbiamo sbinoccolato anche su Poiane, Gheppi, Falco di palude, Airone rosso e Picchio verde.



Superato lo scoramento per la situazione "desertica" trovata a valle Mandriole, abbiamo deciso di puntare verso la parte opposta, verso la Pialassa Baiona.
Qui, tra uno spazio visivo e l'altro in un filare di casette "vacanziere" di gente locale affacciate sulla grande distesa d'acqua, ci siamo imbattuti in un altro migliaio di fenicotteri. Questa volta alcuni di loro abbastanza vicini!


Approfittando di uno spazio adatto per fermare l'auto tra due di queste case, fortunatamente vuote, ci siamo potuti avvicinare all'acqua e ai caratteristici casoni da pesca.













A questo punto, giunti a metà pomeriggio e sazi di fenicotteri, abbiamo rivolto il muso del "furgoncino" verso sud, verso casa. Ma fermandoci, obbligatoriamente, alle Saline di Cervia: il nostro hot spot acquatico, la nostra limicolandia! E ad attenderci (guai fosse successo il contrario...) c'era tutta la colonia dei Gabbiani rosei. Perfetti, bellissimi; illuminati dalla calda luce del pomeriggio inoltrato. Candidi e colorati allo stesso tempo: piumaggio bianco, becchi e zampe rosse!



Non potevamo chiedere di meglio per chiudere degnamente un'altra magnifica giornata di BW, a "zonzo" con il binocolo al collo.