EuroBirdwatching16, ci voleva un bel posto per viverlo al meglio! Non è stato affatto difficile decidere dove andare a trascorrere una bella giornata ad osservare uccelli: siamo andati nel parco del Delta, ed era un po' che mancavamo da quei posti, praticamente dallo scorso inverno! Alla Sacca degli Scardovari per la precisione! Compresa tra la Bocca del Po di Goro e la Bocca del Po delle Tolle è una zona d'acqua vastissima, con una strada litoranea poco trafficata (almeno nei periodi in cui andiamo noi) che da' modo di fermarsi come e quando si vuole.
Appena superato l'abitato di Santa Giulia, posto lungo il Po di Goro, centinaia di aironi guardabuoi si involano dalle alberature lungo l'argine, dove avevano trascorso la notte. Ci affacciamo poi sulla vasta laguna e veloce sbinocolata difronte al Bacucco e alla Punta del Polesine. Scarsissimo il movimento e allora di nuovo in marcia. Dopo una breve sosta nella pineta di Casselle (caffè e biscotti) puntiamo verso l'oasi di Ca' Mello. In questo tratto di strada, proprio sotto costa, affiorano delle mini scogliere che brulicano di vita: insetti a tonnellate! Difatti se scendiamo dall'auto o apriamo un finestrino....veniamo invasi! Ma qui cerchiamo i voltapietre, memori di passate esperienze, e li troviamo. Alla fine saranno 20-25, e con loro pochi piro-piro piccoli. Camminano e mangiano, camminano sugli scogli e mangiano, ogni tanto qualche breve voletto. Ce n'è di cibo: guardare per credere!
Proseguendo il nostro giro degli Scardovari in senso orario incontriamo poche specie e anche pochi uccelli: gabbiani reali e comuni, pochi cormorani, svassi piccoli e molti, questi si, svassi maggiori. Giunti nella parte opposta della Sacca, alla Bocca del Po delle Tolle, tra le spiagge della Barricata e del Bonelli osserviamo prima un cormorano intento ad asciugarsi il piumaggio, posato su di un palo sullo sfondo del mare scintillante di sole e, proprio a riva in acque bassissime e non propriamente limpide, uno svasso maggiore intento alla pesca. Si immerge, nuota velocissimo sott'acqua in cerchi concentrici, e riemerge. Sicuramente è una tecnica di pesca, ma è comunque bellissimo quando riemerge, con l'acqua che gli scivola via, sul piumaggio impermeabile del dorso.
Puntata veloce fino all'abitato di Scardovari, alla ricerca di qualche passeriforme nei piccoli giardini tra le villette. Tra le fronde degli splendidi melograni abbiamo trovato solo bande di passere d'Italia.
Si è fatta l'ora di pranzo (pranzo insomma...l'ora dei panini!). Ci fermiamo in un'ampia piazzola sull'argine orientale della laguna: sulla destra abbiamo le palafitte dei pescatori e gli impianti di allevamento dei mitili, a sinistra estese risaie dove vengono bruciate le stoppie, a mo' di strisce pedonali...
...e ritroviamo anche il gruppone di aironi guadabuoi che si sposta a seconda di dove il fuoco e il calore spostano gli insetti che si muovono tra le stoppie. Partecipano al banchetto anche alcuni aironi cenerini e un solitario airone rosso juv. In cielo intanto una famigliola di lodolai e pochi gheppi catturano libellule. Una femmina di falco di palude ogni tanto sorvola i canali di irrigazione.
Nel primo pomeriggio, facendo a ritroso lo stesso percorso del mattino, torniamo difronte al Bacucco e alla Punta del Polesine. Adesso c'è un discreto movimento alato e la luce è ottima per fotografare, dal momento che il sole scende alle nostre spalle.
Lungo la sponda, appena in acqua, degli alberi morti andati alla deriva vengono scelti come posatoio da due cormorani, mentre un marangone minore grida al vento il suo disappunto per il disturbo provocato dall'arrivo di una garzetta. Un gabbiano reale invece ha fatto suo un ammasso di nasse vicino ad una staccionata.
L'arrivo di un airone cenerino distoglie per un attimo un gabbiano comune dall'attività di pesca: batte ritmicamente i piedi sul fondale sabbioso per muovere del pesce e...zac, preso. Un bel pesciotto dai riflessi argentei!
In una piccola zona limacciosa sotto i nostri piedi pasturano una decina di corrieri grossi, un piovanello pancianera e due piro-piro piccoli.
Arrivano poi tre pivieresse e atterra anche un chiurlo maggiore.
Sugli scani della Punta del Polesine e del Bacucco stazionano centinaia e centinaia di uccelli. Una lunga striscia bianca e nera di beccacce di mare (potrebbero essere almeno duecento) ozia pigramente, mentre uno stormo di chiurli maggiori s'invola di continuo facendo evoluzioni e giravolte prima di posarsi di nuovo (ad un più minuzioso conteggio casalingo sono risultati essere ben 174!). Più a destra invece cambia radicalmente colore l'ammasso di uccelli: questi sono tutti bianchi. Quando s'involano per non sappiamo quale disturbo, al cannocchiale s'intravedono gabbiani comuni e corallini, sterne comuni e beccapesci.
Quattro sterne maggiori e qualche beccapesce volano proprio davanti a noi, vicinissimi; e si tuffano ripetutamente con scarti improvvisi e "zucchetti" vertiginosi! "Zucchetto" è un termine prettamente anconetano che indica il classico tuffo nel mare, quello fatto entrando in acqua con la testa, con la "zucca"!
Poi due di loro si posano nell'acqua più bassa, abbastanza vicine a noi. Più lontane stazionano tre beccacce di mare staccatesi dal gruppo posato sullo scano.
Tre individui nel piumaggio della 1° estate: semicollare bianco e apice del becco scuro.
Per il rientro a casa superiamo il ponte di barche di Santa Giulia e quello di Gorino Veneto: 5 euri di ponti! E neanche una foto di questi caratteristici manufatti. Promesso, la prossima volta che andremo da quelle parti.
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