mercoledì 12 dicembre 2012

Week-end dell'Immacolata

E' diventato quasi un rito quello di ritrovarsi nel Delta prima di Natale tra noi due, io e MariaRosa, e la compagine emiliana che frequenta ormai da anni la Gradina del Conero, in primavera. La simpatica accozzaglia dei personaggi, altrimenti detta "Gruppo Cimone" (strano che si siano dati il nome di un'acqua minerale quando tutti, ma proprio tutti, vanno allegramente a vino; e non è che ci fanno tanta strada con un litro: vanno da qui a lì, e il litro di vino è già finito!) dava per presenti in questa uscita pre-natalizia sei persone. 
A metà settimana il gruppo perde due unità per un forfait legato al freddo (ma è dicembre...) e alla paura della neve (ma si può aver paura di qualche centimetro di neve in pianura, vicino al mare?). Il giorno prima del ritrovo il fantomatico gruppo, rinominato "dei senza palle" perde altre due unità, per via di un virus intestinale (le cronache racconteranno di una nottata da incubo, trascorsa a consumare il pavimento di casa deambulando tra il letto e il WC!).
Abbiamo anche rischiato di rimanere da soli, perché i due superstiti della banda emiliana il mattino del sabato non si sono svegliati all'ora stabilita per partire (loro dicono che la sveglia non ha suonato, mah.......per noi non l'hanno proprio caricata) e sono quindi arrivati all'appuntamento con due ore abbondanti di ritardo.
Comunque noi, nel frattempo, ci siamo fatti tutto il giro del "mare" di Comacchio, da S.Alberto a valle Zavelea osservando, appena saliti sull'argine dopo il traghetto, dei fenicotteri "dormienti" sotto una leggera nevicata.


Percorrendo l'argine Agosta abbiamo quindi osservato a più riprese un numero spropositato di svassi piccoli, a gruppi di venti/trenta, e una decina di quattrocchi.

In zona Zavelea abbiamo cercato le oche, con scarsissimi risultati per altro e siamo andati successivamente a perlustrare i vastissimi campi coltivati, percorrendo il lungo rettilineo che taglia il Mezzano, quel giorno innevato.


E siamo stati fortunati, perché ci siamo imbattuti in un grandissimo stormo di colombelle.



Nella seconda foto si contano, con un po' di pazienza, 412 colombelle tra gli uccelli in movimento. Siccome lo stormo era grande almeno il doppio di quello ripreso dalla reflex, considerando poi tutti gli uccelli fermi a terra a pasturare tra le zolle, abbiamo stimato in più di mille le colombelle presenti! 
Bellissima questa osservazione!
Dopo esserci trovati con Max e Loretta, i superstiti della compagine emiliana, ci siamo fiondati alla Salina di Comacchio. C'era veramente poco da vedere, tranne qualche infreddolito cavaliere d'Italia,


ma siamo stati piacevolmente sorpresi da una magnifica nevicata (e che ci possiamo fare? A noi la neve piace da matti!). Anzi, approfittiamo di questa suggestiva immagine per augurare a tutti voi buone festività!


Al riparo del fido Doblò, detto il "furgoncino", un mezzo tuttofare ideale per chi pratica questa attività, abbiamo ammirato la salina ricoprirsi pian piano di una candida coltre bianca.


Dopo una veloce piadina (crudo, squacquerone e rucola) ci siamo diretti verso nord, lago delle Nazioni e valle Bertuzzi. Costeggiando la valle, mentre riprendeva a nevicare con "grazia e abbondanza" abbiamo carpito, alla ormai flebile luce del pomeriggio, questa immagine di paciosi moriglioni.


L'indomani, domenica, la meraviglia di ritrovarsi immersi in una giornata splendidamente luminosa, con un gran sole che di colpo aveva annullato l'altrettanto splendida coreografia del sabato pieno di neve! Che emozione quando gli elementi della natura riescono a sorprenderti in maniera così decisa, quasi violenta!
Colazione e via, verso la Sacca degli Scardovari. Iniziamo il giro da est, proprio dall'abitato di Scardovari, poi Bonelli e la spiaggia Barricata. Qui troviamo dei limicoli: una trentina di piovanelli pancianera, una pivieressa e cinque pivieri dorati.
Li ritroveremo più avanti, i pivieri dorati, in un bel gruppo di 82 uccelli intenti a cibarsi nei campi di grano dopo Ca' Mello. Senza apparente motivo s'involano improvvisamente e con dei larghi giri si allontanano. Subito dopo magicamente appare un falco pellegrino!


Lungo la strada che costeggia l'acqua della sacca tra di noi, mansioni equamente divise, c'è chi controlla il mare e chi la terra: in mare, insieme agli immancabili svassi piccoli, alcuni smerghi minori; mentre nei campi, tra le stoppie, appaiono e scompaiono numerosi chiurli maggiori.


Chiurli maggiori che osserveremo anche più avanti, con albastrelli e piro piro piccoli mentre più lontano, verso il mare aperto, sulla lingua di sabbia della Punta del Polesine, si muovono molte beccacce di mare.


E' ormai primo pomeriggio, abbiamo davanti a noi circa tre ore di auto per tornare a casa, e se ci riusciamo vorremmo fare delle veloci soste a valle Mandriole e alle saline di Cervia. Salutiamo quindi i nostri compagni d'avventura e ci mettiamo in marcia.
Mentre sbinoccoliamo velocemente sui canneti di Mandriole giunge una telefonata dal duo carpigiano con la quale ci mettono al corrente di aver appena osservato e fotografato, in zona Bosco Mesola, uno stormo di 44 gru in volo deciso verso sud. Ecco l'immagine


Lasciamo a malincuore valle Mandriole (che spettacolo: fenicotteri, oche, anatre, aironi e falchi di palude, mentre centinaia e centinaia di cormorani rientrano ai dormitori di Punte Alberete), ma vogliamo arrivare in tempo alle saline di Cervia per il tramonto, che presumiamo possa essere spettacolare. E difatti...


...ecco come ci si presentano le saline: uno spettacolo struggente, mozzafiato.
E nelle acque immobili, dai colori pastello, alcuni aironi bianchi maggiori provvedono a procurarsi il pasto serale.






sabato 3 novembre 2012

Un Gabbiano tridattilo al Passetto di Ancona

Questa mattina, complice un bel sole caldo, monitoraggio di un tratto di costa anconetana: il Passetto. Precisamente alla "Seggiola del Papa", che è quel grande scoglio che si staglia sulla linea dell'orizzonte.


Nella quasi assoluta calma di mare e di uccelli ecco spuntare in volo un gabbiano con becco nero e disegno sopralare da juv. Gabbianello.
Lo osserva per prima MariaRosa: a lei sembra proprio un gabbianello, e me lo indica.
Si, il disegno delle parti superiori delle ali è quello ma guarda, le dico, è troppo grande: è uguale a un gabbiano comune!
Per fortuna il "misterioso" si ferma sugli scogli poco più avanti della nostra posizione; raccatto i "potenti" mezzi fotografici e mi avvio. Osservare e scattare, scattare e osservare: non è un gabbianello. Torno indietro, rapido consulto tra quanto visto, le foto fatte e la guida tascabile (Hayman & Hume)  e il responso è presto formulato: Gabbiano tridattilo 1°inverno!!! Prima assoluta per il Parco del Conero!!! Eccolo
















Dopo essersi fatto ammirare e fotografare per benino (grazie molte!) si è involato ed è tornato sui suoi passi, verso le rupi del Cardeto e il cantiere navale.

martedì 30 ottobre 2012

Tra mare e montagna: Conero e Sibillini


Domenica scorsa uscita autunnale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Obiettivo i merli acquaioli del torrente Ussita.
I boschi pian piano stanno assumendo i caldi e fiammeggianti colori autunnali; gli aceri già brillano di tonalità rosse, arancioni e gialle.


Giunti a Ussita, piccolo paese a vocazione turistica ai piedi del monte Bove, prendiamo una deviazione a sinistra e ci incamminiamo verso l'omonimo torrente, nel tratto a monte del centro abitato. Lì sappiamo di trovare, in autunno-inverno, i merli acquaioli.
Difatti eccoli, gli impavidi "sub" delle acque di montagna!


A velocità incredibili scendono e risalgono il tratto del torrente infilando con sprezzo del pericolo i piccoli ponti posti ad unire le due sponde. A volte, sorprendendoci, arrivano velocissimi a pelo d'acqua per poi improvvisamente cabrare, e superarci volando sulle nostre teste. E quando non capisci più dove siano finiti, con un tocco di magia emergono dalle profondità di alcune piccole vasche d'acqua, dove si erano immersi per cacciare!



A caccia di insetti lungo le sponde del torrente anche alcune Ballerine gialle, e sulle alberature Cince more e Cinciarelle.
Ci siamo quindi elevati di quota salendo ai grandiosi spazi dei Piani di Macereto, terra di rose canine e pascoli per i bianchi bovini di razza marchigiana e per le pecore di razza sopravissana. Tra spruzzate di gelida pioggia (non passerà molto tempo prima che da queste parti inizi a nevicare) e meravigliosi arcobaleni,


abbiamo fatto belle osservazioni. Su tutte una Peppola, un bel maschio già in abito invernale, imbrancato assieme ad una trentina di Fringuelli.













E poi Verdoni, Cardellini, Merli, Prispoloni, Ghiandaie; una Poiana, e uno Sparviere in caccia infruttuosa sui fringuelli.
Due stormi di Gracchi corallini (circa 70) e alcuni Codirossi spazzacamini.


Sulla via del ritorno, andando verso Civitanova Marche (MC) e l'A14, il sole che scendeva alle nostre spalle illuminava le nuvole, e la luna salita in cielo dal mare.
Non potevo non fermarmi e scattare qualche foto!

  
Oggi invece, dopo la giornata tutta pioggia di ieri, è tornato a splendere il sole. 
Ne ho approfittato per andare un po' lungo la costa anconetana, a cercare uccelli marini.
Niente di particolare, solo alcuni marangoni dal ciuffo intenti a pescare davanti alle scogliere del Passetto.







domenica 19 agosto 2012

A "zonzo" per le Valli di Comacchio


Ferragosto 2012
Che si chiamino Caligola o Lucifero questa sequenza infinita di anticicloni africani inizia a creare serie difficoltà anche dove l'acqua, a memoria d'uomo, c'è sempre stata.
Nella nostra ultima uscita, gironzolando attorno alle valli di Comacchio, abbiamo toccato con mano i frutti di questa perdurante siccità: valle Mandriole, per esempio, quella bellissima oasi, è completamente prosciugata! Quasi la stessa situazione (acqua più o meno al 50%) l'abbiamo trovata a valle Zavelea. E così anche in molti piccoli canali, dove il livello idrico è sotto la media.


Ma dove l'acqua c'è e permette la sosta e l'alimentazione degli uccelli, lo spettacolo offerto è di prim'ordine!
Superato il fiume Reno con il traghetto a S.Alberto, e raggiunto l'argine, quella che è apparsa ai nostri occhi è stata un'immagine straordinaria.


Migliaia di Fenicotteri rosa a pasturare tranquillamente in quell'enorme distesa d'acqua!
Nella valle Fossa di Porto fino alla penisola di Boscoforte abbiamo stimato, sicuramente per difetto, la presenza di circa 7.000 uccelli.


Un colpo d'occhio commovente: les Flamants roses! Mai visti così tanti nella nostra penisola; solamente in Francia, in Camargue, abbiamo avuto la fortuna di osservarne in simili concentrazioni.























Adulti e giovani in un turbinio di zampe con il loro ritmico movimento ad "arare" il fondale, mentre con i sinuosi movimenti dei lunghi colli immergevano becco e testa per setacciare e filtrare acqua e limo. Di contorno poco altro: qualche Piro piro piccolo e qualche Sterna comune.













Facendo violenza psicologica su noi stessi, ci siamo allontanati da quella paradisiaca visione per continuare il nostro giro verso nord. Lungo la strada si incontra un allevamento di bovini con una grande vasca quadrata posta davanti alla stalla. Quasi sempre si possono osservare aironi e garzette, qualche volta anche cigni reali. Questa volta c'erano degli Aironi guardabuoi posati sul terrapieno che guardavano, un po' ingrugniti, un bestione fulvo rossiccio beatamente immerso nell'acqua (aironi che guardano un bue = guardabuoi. Mmmmm....deve essere nato così il loro nome!!!).



Percorso tutto l'argine Agosta senza particolari osservazioni, siamo giunti a valle Zavelea. Qui, prima di incamminarci verso la torretta di osservazione, ci siamo ripetuti per buoni dieci minuti "non succede niente, non succede niente, non succ......." così, come un mantra! Ci siamo arrischiati a lasciare l'auto incustodita però assolutamente vuota, e il vuoto faceva bella mostra di se! Ma tant'è, la preoccupazione c'è sempre, anche perché noi, negli anni, abbiamo dato..............!!!
Ma ci siamo allontanati per poco: dalla torretta c'era ben poco da vedere. Sparuti gruppetti di Pittime reali, Totani mori e Avocette; qualche Garzetta e Cavaliere d'Italia, Germani reali e Sterne comuni. E due Chiurli maggiori.













Ci siamo divertiti molto di più ad osservare le predazioni di Albanelle minori e Sterne zampenere in un vasto campo difronte all'oasi, sul lato opposto della strada. All'ombra di un filare di alberi abbiamo sbinoccolato anche su Poiane, Gheppi, Falco di palude, Airone rosso e Picchio verde.



Superato lo scoramento per la situazione "desertica" trovata a valle Mandriole, abbiamo deciso di puntare verso la parte opposta, verso la Pialassa Baiona.
Qui, tra uno spazio visivo e l'altro in un filare di casette "vacanziere" di gente locale affacciate sulla grande distesa d'acqua, ci siamo imbattuti in un altro migliaio di fenicotteri. Questa volta alcuni di loro abbastanza vicini!


Approfittando di uno spazio adatto per fermare l'auto tra due di queste case, fortunatamente vuote, ci siamo potuti avvicinare all'acqua e ai caratteristici casoni da pesca.













A questo punto, giunti a metà pomeriggio e sazi di fenicotteri, abbiamo rivolto il muso del "furgoncino" verso sud, verso casa. Ma fermandoci, obbligatoriamente, alle Saline di Cervia: il nostro hot spot acquatico, la nostra limicolandia! E ad attenderci (guai fosse successo il contrario...) c'era tutta la colonia dei Gabbiani rosei. Perfetti, bellissimi; illuminati dalla calda luce del pomeriggio inoltrato. Candidi e colorati allo stesso tempo: piumaggio bianco, becchi e zampe rosse!



Non potevamo chiedere di meglio per chiudere degnamente un'altra magnifica giornata di BW, a "zonzo" con il binocolo al collo.