mercoledì 26 ottobre 2011

Foliage "sibillino"

Autunno! Tempo di colori forti. Tempo di cromatismi incredibili. Tempo di stupirsi ancora, come se questo momento non fosse "naturalmente" naturale. Come se non accadesse regolarmente, da sempre! Eppure, ogni volta, lo si ammira ad occhi spalancati. Il ciclo delle stagioni è immutabile: inverno, primavera, estate. Ora è il tempo dell'autunno. Niente meglio di un bosco autunnale di montagna rende l'idea del colore, di come la natura, in modo scanzonato, quasi provocatorio, si vesta in ogni occasione di mille colori.


Noi invece viviamo in città dove il grigio uniforma ogni cosa: le case, le strade, le piazze, le auto. E se qua e là resiste un po' di verde...prima o poi lo eliminiamo. Dà fastidio. In quella zona meglio farci un parcheggio, o l'ennesimo centro commerciale!
Sui Monti Sibillini no, il rosso, il giallo, l'arancio e il verde la fanno da padroni. Le faggete cominciano a dorarsi e gli aceri sono già splendidi. E il silenzio, impagabile; il vero lusso in questa società frenetica e rumorosa! Il vento e gli uccelli; i bovini e gli ovini, ancora per poco, al pascolo brado: sono il loro soffio, i loro versi, i loro richiami ad essere l'unica colonna sonora di quegli altopiani.









Le rose canine e i prugnoli stanno perdendo quasi tutte le loro foglie. Rimangono ora sugli arbusti le coloratissime bacche, rosse e blu: sembrano addobbi natalizi.









Abbiamo fatto base ai piedi del monte Bove, a Ussita, nel cuore maceratese del parco.


E lungo il corso d'acqua dell'omonimo torrente che scorre attraverso la cittadina, abbiamo cercato i merli acquaioli.


E c'erano, almeno tre! Sopra e sotto la superficie dell'acqua, oppure in volo veloce e radente, una volta a scendere e una a risalire il torrente; e una volta fermi, sempre con i piedi nell'acqua gelida! MariaRosa aveva freddo per loro...



Alcune ballerine gialle condividevano il torrente con i merli mentre sulle sponde, tra orti e giardini di antiche dimore, si potevano ammirare suggestivi angoli di natura.













Dopo l'avventura con i merli acquaioli siamo saliti sulla destra orografica del torrente, verso gli altopiani di Macereto. Una vastissima distesa di ondulati pascoli a circa 1000 mt. di quota, dove si può visitare il Santuario, una costruzione rinascimentale del XVII secolo, luogo di rifugio per i viandanti dell'epoca.



Il vasto altopiano è costellato di arbusti e rovi, rose canine e prugnoli dove saltellano e becchettano i codirossi spazzacamino, mentre al fontanile delle candide mucche di razza marchigiana c'è un gran via vai di spioncelli, pettirossi, passere scopaiole, tordele e merli. Uno degli spioncelli, visto il notevole boccone che trasportava, avrebbe potuto avere ancora qualche giovincello da sfamare!


Ridiscesi a Ussita, siamo saliti sul versante opposto della valle verso Frontignano, nota stazione sciistica del comprensorio. Ora non c'è quasi nessuno, solo radi appassionati di montagna, ancora qualche pastore che si attarda in quota con il suo gregge e tanti uccelli.


Cince more sopratutto, che si affannano a rimpinzarsi di tutto ciò che è commestibile perché tra non molto inizierà a nevicare, e allora bisognerà abbandonare quei boschi e scendere di quota.



Da Frontignano i panorami sono bellissimi specialmente quando formazioni nuvolose prima oscurano e poi, dissolvendosi, ridanno luce a porzioni di montagna. Mentre alle nostre spalle, lungo i ripidi pendii del Bove, qualcuno ha dato la prima pennellata dorata alle faggete.



Scendendo, a circuito, verso Ussita abbiamo costeggiato lo splendido paesino di S.Placido: una quindicina di piccole case da tempo abbandonate. Ma negli ultimi anni dei privati hanno acquistato e ristrutturato le abitazioni; ed ora il paesino è tornato a vivere, in splendida solitudine.


Moltissime volte le cose veramente belle, che vale la pena vedere, vivere, le abbiamo subito dietro l'angolo. Basta saperle e volerle cercare!








lunedì 17 ottobre 2011

Ci siamo regalati...un'alba!




Eh si, ci siamo proprio regalati un'alba! Era ormai da tantissimo tempo che non facevamo un'uscita mattutina, ancora al buio, per andare a osservare uno dei più bei spettacoli della natura: l'alba di un nuovo giorno. Quando siamo arrivati sul posto all'orizzonte era già chiaro, ma senza quella parte rosata che all'alba fa da cuscinetto tra il buio delle profondità marine e il chiarore del cielo; solo un uniforme celestino freddo, e le nuvole più scure, di un grigio piombo violaceo. Così come il mare, mosso ma senza schiuma bianca sulla cresta delle onde.
Nella parte centrale del quadro, verso sinistra, si vedeva distintamente la catena alpina croata. Man mano che trascorrevano i minuti sopra la linea dell'acqua iniziavano ad apparire le prime pennellate di rosa, via via sempre più carico fino a diventare rosa-arancio. Di lì a poco è iniziato l'effetto contrario: mentre scemava l'intensità dei colori aumentava il chiarore del cielo e delle nubi che stazionavano non molto alte sull'orizzonte. Finchè il sole è uscito dall'acqua (lo so che è improprio dire così, ma è proprio quello che appare), prima rosso infuocato e poi, piano piano, a perdere colore: da rosso a arancio, da arancio a giallo, fino a diventare un disco luminosissimo e accecante! Quel merveille!




Con la reflex e il lungo tele si possono catturare scatti dai colori stupefacenti, e che rendono appieno la magia e il fascino del momento!

Riscaldati dai primi raggi solari e tornati con "i piedi per terra" siamo lentamente rientrati a casa; e dopo una veloce colazione via di nuovo, questa volta verso i litorali a nord della città. Alla ricerca cocciuta di qualche novità. Magro il bottino! Il freddo non è ancora tale da spingere a sud specie per noi inusuali: tra i gabbiani comuni e reali si intravedono i primi corallini e il solito zafferano intermedius.


Solito perché sono anni ormai che ne vediamo sempre uno, solitario, padrone indiscusso di 20 metri di spiaggia. E guai a chi si avvicina! Al largo, sul mare tornato a bollire (nel frattempo il vento aveva rinforzato) un simpatico "trenino" di cormorani. Sulla spiaggia ghiaiosa sono ancora in fiore i Glaucium flavum, i papaveri gialli.



Tra gli scatti fatti ad alcuni gabbiani ne sono usciti due mossi, assolutamente non voluti. A me qualche volta il mosso piace, perché rende bene l'idea del movimento, del volo degli uccelli. Ma qualche volta! Questa non era una di quelle volte lì, ma i colori del mare hanno messo in moto la fantasia. Allora mi sono detto: se oltre la fantasia metto in moto anche il Mac, magari tiro fuori qualcosa di particolare, di simpatico. Che ve ne pare?



Ieri abbiamo invece optato per una tranquilla passeggiata cittadina, nell'area portuale della città. Tra ruderi e testimonianze di epoca romana nella zona del porto primeggia l'Arco di Traiano, (che sta proprio davanti alle mura del cantiere navale ed è stato voluto dai primi anconetani per ringraziare l'imperatore che aveva dotato la città del suo primo porto navale) ed è stato eretto, leggiamo sulla tabella, nel 156 d.c. 
Nel 156 dopo Cristo? Ma vuol dire che è lì da ben 1855 anni! Incredibile.
(sullo sfondo, in alto, la cattedrale di S.Ciriaco)


Tornando ai nostri giorni, cioè ieri, abbiamo scandagliato per benino le acque del porto fino alla sua imboccatura (avevamo solo i binocoli) e, dai dai, qualcosina l'abbiamo travata: un bel gabbianello, un primo inverno. E' venuto a fare un giro nella darsena del cantiere navale, proprio davanti alle mura sopra le quali noi eravamo appostati. Ma che simpatico!




Di contorno le solite scaramucce tra gabbiani: nella foto un inseguimento per un "tozzo" di pane, e due neri "bombardieri" che ci hanno sorvolato a bassa quota!



Un altro bel fine settimana, proprio bello! Oggi, lunedì, si è tornati al lavoro: ma solo MariaRosa però! Io ormai.............




lunedì 10 ottobre 2011

Vento di tramontana...brrrr!

Un fine settimana all'insegna di un'estrema variabilità meteorologica: sole, temporali, nuvole e vento. E un deciso calo di temperatura, finalmente! E siccome le sorprese ornitologiche dalle nostre parti in questo periodo possono venire soltanto dal mare, lungo la costa, proprio lì abbiamo trascorso le due ultime mattinate. A camminare lungo le spiagge di Torrette e Palombina, subito a nord di Ancona. Dopo la burrasca di venerdì sera, sabato mattina la giornata si presentava assolata e luminosissima, con un sostenuto maestrale che rendeva l'aria tersa e "frizzantina". 
Al largo, verso nord ovest, si stava scaricando l'ennesimo temporale, mentre dalla spiaggia questo è il quadro d'insieme che stavamo ammirando!


Eravamo così presi dalla contemplazione del bello assoluto (per quante cose belle l'uomo possa aver fatto nella sua millenaria esistenza, niente può valere un cielo e un mare così) che non ci siamo accorti che davanti ai nostri piedi zampettavano frenetici quattro corrieri grossi. Quattro giovani e paffuti limicoletti che si sono dovuti involare per non rischiare di essere calpestati.....!









Ma si sono posati subito, a neanche 10 metri di distanza, tanto la fame può sull'eventuale pericolo rappresentato dalla presenza degli umani! Per fortuna c'erano poche persone in giro, più che altro a "corricchiare" sul bagnasciuga; ma questo ha creato subito apprensione in MariaRosa, preoccupata del fatto che il via vai potesse far involare definitivamente lontani i corrieri.


Ma è stato buffo vederli allontanare una volta in un senso e subito dopo nell'altro, a seconda da dove arrivasse il "bipede ansimante". A noi bastava fermarci ogni tanto in un punto qualsiasi per vederceli arrivare, più o meno, sempre tra i piedi!



Alcuni gabbiani comuni e un paio di cormorani hanno fatto da contorno al nostro irrequieto quartetto; e ancora nessuno svasso in vista.
Ci teniamo a precisare che i corrieri sono stati tutto il nostro "bottino" ornitologico del fine settimana: nessuna stranezza alle nostre latitudini! Magari poteva capitare qualcosa di strampalato che non avremmo saputo identificare....e allora meglio così.
Nonna diceva che chi si accontenta, gode! Mmmmm...sarà.


Ieri mattina siamo tornati sulla spiaggia, a Palombina, appena più a nord di dove eravamo stati il giorno prima; ma oltre a molti gabbiani reali e comuni non abbiamo visto altro. Ancora una mattinata di gran sole dopo il temporale della notte, però con un vento di tramontana forte, sferzante, anche se non eccessivamente freddo. Il mare ribolliva, alte onde si infrangevano con fragore sulle scogliere prima di venir a morire sulla spiaggia; i "cavalloni" spumeggianti si susseguivano senza sosta fin dove lo sguardo poteva arrivare e il mare aveva tutti i colori della tavolozza dei blu e dei verdi: un quadro memorabile!


Sullo sfondo la nostra città, Ancona (dal greco "ankon" = gomito), adagiata su più colli e protesa verso il mare, a formare una naturale insenatura, un gomito appunto.
E' adesso, e poi per tutto l'inverno, che il mare affascina maggiormente. Quando cambia aspetto, umori e colori continuamente; quando intimorisce con il suo frastuono, quando sembra che ad ogni burrasca si voglia portar via la terra intera!