sabato 5 marzo 2011

Il monte Conero

Il monte Conero è un magnifico promontorio di natura calcarea incastonato tra le basse valli dei fiumi Esino e Musone, posto in modo equidistante dal Gargano e dal Carso triestino, a spezzare una monotona linea di terra piatta e sabbiosa bagnata dal mare Adriatico.



Il monte Conero dalla piana del fiume Musone
Da lontano il Conero si distingue per la sagoma allungata sul mare, coperta in ogni stagione da un manto vegetale verde scuro: la vetta è posta a 572mt slm.
Quella del Conero è la più vasta formazione di macchia mediterranea del medio Adriatico, di cui il leccio è l'albero più importante mentre il corbezzolo, con la contemporanea presenza autunnale di grappoli di fiori bianchi e frutti rossi (le ciliegie marine), ne è il più vistoso e bello: dal suo nome greco "kòmaros" sembra derivare il nome stesso del monte.

I frutti del corbezzolo (kòmaros in greco)
La baia di Portonovo, originata in epoca remota da una colossale frana precipitata dalle sovrastanti rocce di Pian Grande, si è via via ricoperta di una fitta e lussureggiante macchia mediterranea, dove il moto ondoso ha prima formato e poi racchiuso due piccoli laghi salmastri. Questo vero gioiello naturalistico è purtroppo preso oggi d'assalto da un turismo che sembra non porsi più limiti.

La baia di Portonovo e le rocce di Pian Grande
Dopo giornate di forte tramontana, quando poi il sole splende e l'aria è particolarmente tersa, dall'alto delle falesie si possono ammirare le isole e le montagne della Croazia.




La catena delle Alpi Dinariche in Croazia
Sul versante occidentale del monte Conero, che si affaccia sulle colline e le campagne del parco, il massiccio intervento dell'uomo ha rimboschito tutta l'area a partire dagli anni '20, dopo che era stata "spogliata" per produrre pascoli. Ciò ha portato oggi ad avere un miscuglio di essenze che molto poco a che a vedere con le piante autoctone di questi ambienti. Ecco dunque grandi e comunque belle pinete, che però vanno pian piano evolvendosi in altro tipo di vegetazione con la riconquista del territorio da parte del leccio.

Il versante occidentale del monte visto dalla Gradina
Dalla baia di Portonovo, fino al porticciolo di Numana, la costa del Conero è un'interrotta falesia a picco sul mare con scenari suggestivi e selvaggi, come il tratto che ospita i famosi scogli detti delle "Due sorelle".

Gli scogli delle "Due sorelle" e la "Spiaggia dei gabbiani"
"Un'antica storia popolare racconta di due donne, due sorelle appunto, i cui mariti pescatori erano usciti una mattina in mare. All'imbrunire le condizioni meteorologiche peggiorarono all'improvviso e il mare si ingrossò paurosamente. Le due sorelle corsero sulla spiaggia e si misero in trepida attesa del ritorno dei loro uomini. Rimasero così tutta la notte sotto l'uragano, ma il mare non restituì più ne la barca, ne i corpi degli uomini. Il mattino successivo la gente del posto trovò sulla spiaggia le due donne pietrificate, morte dal dolore per la perdita dei mariti pescatori. Così si formarono i due scogli."

Il monte Conero e la baia di Portonovo