domenica 16 novembre 2014

Gola dell'Infernaccio, magico autunno!

Ancora poco e si esce dalla gola
L'Infernaccio

La cascata del Fosso il Rio, poche centinaia
di metri a destra dell'Infernaccio


Uno dei luoghi più suggestivi e nascosti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Gola dell'Infernaccio è, in questo periodo dell'anno, toccata dalla bacchetta magica dell'autunno che la trasforma in un caleidoscopio di caldi colori. Dal giallo al color tabacco, dall'arancio al marrone cioccolato, dal rosso al violaceo il sentiero, una volta attraversata la gola, sale senza impegnativi strappi in un tripudio di macchie colorate, cui fa da sottofondo il verde brillante del muschio che ricopre sassi, rocce e tronchi d'albero.
Tra carpini, ornielli, aceri e faggi il sentiero fiancheggia costantemente il fiume Tenna, che in questo tratto scende a carattere torrentizio. E perciò corre, salta, spruzza e schizza; poi si placa, ma per poco, che eccolo riprendere a gorgogliare frenetico, insinuarsi tra i sassi e correre veloce tra cascatelle e gorghi. Le sue acque sono così limpide e trasparenti che i sassi, i rami e le foglie sopra cui scorre sembrano imprigionati in una sorta di avvolgente pellicola gelatinosa!
Ma più di mille parole per descrivere i colori, le ambientazioni e le suggestioni che tutto ciò provoca valgono, secondo noi, le immagini. 
Quale altro miglior modo c'è per raccontare la straordinaria tavolozza di colori che la natura ci propone nella stagione autunnale?

Le "Pisciarelle", stillicidio d'acqua prima della Gola


Il fiume Tenna







Il Faggio e l'Acero


Il Bosco




















Tappeti di foglie



"Coup de cœur"!



Il "Vecchio saggio"


Mentre in rispettoso silenzio lo stavamo ammirando, a noi è parso animarsi. Ci è sembrato che muovesse con studiata lentezza i suoi lunghi rami come ossute dita, ad indicare ora qua ora là dei punti imprecisati nel bosco! 
Abbiamo addirittura creduto di sentire la sua voce narrare una delle tante storie che solo il Vecchio e saggio Faggio conosce..... Che meraviglia!



mercoledì 17 settembre 2014

France, douce France.....


Siamo tornati in Francia dopo alcuni anni di assenza, ed è stato un dolce ritornare in quel meraviglioso paese, la nostra seconda casa!
Questa volta abbiamo scelto di visitare il sud-ovest, l'Aquitania, e precisamente il dipartimento dei Pirenei atlantici, con sconfinamento in quello delle Lande.
Obiettivi ornitologici del viaggio erano i grandi avvoltoi delle montagne pirenaiche; e il nibbio bianco e l'aquila minore che nidificano ormai da alcuni anni sopratutto nel bacino del fiume Adour, che segna il confine tra i due dipartimenti. 
Obiettivi centrati, come meglio non potevamo immaginare!

il campo LPO, a Organbidexka

La parte del leone l'ha fatta il Col d'Organbidexka, dove siamo stati per quattro giornate. Erano anni che volevamo andare in quel posto, sito storico francese per lo studio della migrazione post riproduttiva, sopratutto degli uccelli rapaci. E abbiamo fatto in modo di essere lì nel momento del picco di passaggio dei falchi pecchiaioli, alla fine di agosto. Solo che il primo giorno, sotto un bel sole e in compagnia dei campisti della LPO abbiamo visto grifoni, nibbi reali e un gipeto ma solamente........una quarantina di pecchiaioli!

il Pic d'Ory, subito dietro è Spagna
di fronte a noi, da est, arrivano i migratori

Ad Organbidexka abbiamo trovato la più alta concentrazione di Nibbi reali dei tre siti di montagna che abbiamo visitato: sempre presenti, a tutte le ore. Come d'altronde lo sono i Grifoni, ma questi avvoltoi sono i veri padroni delle montagne pirenaiche!

Il Nibbio reale


















Il secondo giorno che siamo saliti al colle la giornata sembrava meteorologicamente discreta ma, come spesso avviene in montagna, salendo le cose sono peggiorate: nuvole basse e dense a coprire completamente la zona del campo! Abbiamo atteso un'oretta sperando in un miglioramento, poi ci siamo decisi a scendere.
Fino a quando ci siamo lasciati sopra la testa le nuvole, e magicamente sono apparsi i rapaci: pecchiaioli e nibbi bruni. Eravamo 400 mt più bassi del campo LPO. Trovata una buona sistemazione a lato di un tornante abbiamo iniziato la conta: a fine giornata saranno 1.201 i rapaci contati. Sopratutto pecchiaioli, ma anche nibbi bruni, bianconi, aquile e albanelle minori, due falchi pescatore. In più 13 cicogne bianche e 31 nere!

I Pecchiaioli



le Cicogne nere

I Nibbi bruni

























Va da se che, visti i risultati, abbiamo mantenuto quella posizione anche le altre volte che siamo andati a Organbidexka. E dobbiamo anche dire che consultando Migraction.net e confrontando i dati della LPO con i nostri beh, i nostri sono stati sempre o uguali o migliori dei loro! Solo questione di fortuna, sia chiaro...

Per intervallare i conteggi dei migratori abbiamo compiuto delle "arrampicate" a due valichi nel Parc National des Pyrénees, entrambi oltre i 1700 mt: il Col d'Aubisque e il Col du Pourtalet.
La prima giornata sull'Aubisque ci ha regalato un inaspettato transito di rapaci diretti verso sud, superando il Pic de Ger sulla destra. In meno di un'ora abbiamo contato 161 uccelli: 114 pecchiaioli, 42 nibbi bruni, 2 albanelle minori e 3 sparvieri. Poi siamo stati inghiottiti dalle nuvole. Fine dei giochi!






la nostra "Stazione Ornitologica Mobile"...
il Pic de Ger, a sud dell'Aubisque













Ed è in mezzo a tutto quel biancore che abbiamo avuto come la sensazione di essere osservati.....ma non c'era nessun essere umano in giro. Sarà stata un'allucinazione dovuta alla carenza di ossigeno? Sai, a quelle quote!


Il Pourtalet invece, in prossimità del confine spagnolo, presenta una vasta conca mossa, ondulata, dove pascolano pecore e cavalli. Tutt'intorno un'ampia cornice di cime rocciose o a pascolo, dove centinaia di pecore brucano sui rispettivi ripidi versanti. 

il Col du Pourtalet


Un pacioso torrentello scorre quasi in silenzio e noi ci piazziamo, in posizione sopraelevata,  proprio in prossimità delle sue sponde; dove il merlo acquaiolo zampetta veloce nell'acqua bassa immergendoci continuamente la testa; e le ballerine gialla e bianca cacciano insetti, mentre altrettanto fanno tra l'erba e le rocce i culbianchi, i fanelli e gli spioncelli.





Nella parte bassa dei ripidi versanti le marmotte sono uscite dalle loro tane, ed ora si godono beatamente il sole mangiucchiando fiori profumati. Finchè degli acuti fischi non le allarmano tutte, e  si rintanano frettolosamente: lassù, in alto, è apparsa l'aquila reale. E' un giovane dell'anno!


Ma il Pourtalet è sopratutto uno straordinario luogo dove osservare tutti e tre i grandi avvoltoi pirenaici: gipeto, grifone e capovaccaio. Dopo le 9,30-10,00 del mattino inizia il carosello dei voli di singoli individui o di flock ben numerosi, questi ultimi di grifoni. Vanno poi altissimi e scompaiono quasi alla vista, per poi tornare a vederli anche molto bassi: li abbiamo avuti perfino a non più di dieci metri sulla testa! E questo movimento va avanti per tutta la giornata. Assolutamente straordinario.

Il Gipeto



Abbiamo osservato adulti (anche in coppia), immaturi, e juv dell'anno che non sono però riuscito a fotografare.


Il Capovaccaio



A metà pomeriggio un'improvvisa e solitaria nuvola ha oscurato la nostra postazione: ci siamo girati per vedere dove fosse questa unica nuvoletta e invece.....una coppia di adulti era lì, a non più di venti metri di distanza e dieci di altezza da noi! Erano loro la nuvola! E noi due come bambini davanti alle luci dell'albero di Natale!!!!!!!!!












Il Grifone



I grifoni sono ovunque, e sono tantissimi. Volteggiano e veleggiano su pascoli e su rocce, quasi mai da soli. Perlustrano sistematicamente i fianchi delle montagne (così come i gipeti), e spesso  si posano su spuntoni di roccia.












E poi nibbi reali, poiane e gheppi. Corvi imperiali, cornacchie nere, e gracchi corallini.












Mentre eravamo molto impegnati ad osservare i voli degli avvoltoi, subdolamente siamo stati circondati e quasi invasi da strani esseri lanuginosi....


Una mattina di leggera pioggia (l'unica spruzzata d'acqua di tutto il viaggio) siamo partiti alla ricerca del nibbio bianco dirigendoci verso il fiume Adour, al confine con il dipartimento delle Lande. L'Adour è un fiume molto bello che scorre placido tra verdi pascoli e boschetti ripariali, sulle cui sponde si incontrano deliziose casette e antiche dimore, con giardini coloratissimi e curatissimi.




Abbiamo battuto in lungo e in largo una determinata zona, costeggiando il fiume o inoltrandoci nelle stradine di campagna: nessun risultato. Del nibbio neanche l'ombra! Quindi sosta pranzo, osservazione di una mini regata velica e a metà pomeriggio mesto rientro alla base.
Lasciato il fiume alle spalle e imboccata la strada che attraversa fattorie e pascoli, MariaRosa dà l'allarme: "Ho visto un'ombra tipo gheppio, ma bianco-nera. Torna indietro!"
Rapido dietrofront (per fortuna c'è poco traffico) e percorse poche centinaia di metri....eccolo lì, sulla sinistra, in spirito santo. E' un adulto, si muove tra due coltivi; caccia, si posa, si sposta in continuazione: e noi dietro di lui. Scatto centinaia di foto, non c'è una bella luce ma non importa, qualcosa ne tirerò fuori!



Avevamo un pallidissimo ricordo del nibbio bianco avendolo visto in migrazione al Conero nel lontano 2000: erano due esemplari, ma così lontani che eravamo soltanto riusciti a definirne la specie.
Visto così invece è tutta un'altra cosa. Quegli occhi rossi incastonati nel "testone" bianco sono inquietanti e al tempo stesso affascinanti. Non li dimentichi più! E' un bellissimo rapace.


Quello stesso pomeriggio sono finalmente riuscito a fotografare anche un'aquila minore, che era uscita da un boschetto e si era messa in volteggio sulla strada! Ne avevamo già viste molte ma mai fotografabili: sempre troppo lontane. Questa era veramente vicina, ma la luce........


Siamo ritornati lungo l'Adour, ma niente nibbi quella seconda volta. Però bel sole e bella postazione di osservazione, all'ombra di un grande salice. Sono passati non molto alti una decina di pecchiaioli, e due grandi stormi di cicogne bianche: 105 in tutto. Ciliegina sulla torta, uno splendido falco pescatore che risaliva il fiume con la cena tra gli artigli!



Anche qui, sul fiume, qualcuno a quattro zampe ci osservava incuriosito. Tra le assi del pontile faceva ogni tanto capolino una simpatica lucertola: eccola!


Bello e appagante dunque il viaggio estivo di quest'anno, in una terra che amiamo molto, in un contesto ambientale, quello dei Pirenei, straordinario. Moltissimi gli uccelli visti, su tutti gli avvoltoi e il nibbio bianco! Soddisfatti anche del soggiorno, in un alberghetto di seconda categoria, ma molto ben tenuto e pulito. Certo, qualche neo in qua e in là lo si è notato, e che diamine. Per esempio dovremmo insegnare ai francesi a fare il pane. Sempre e solo quella loro baguette, per di più trasportata "incastrandola" sotto le ascelle. E mamma mia, ma non si può guardare.........!!!!!!!!