martedì 3 giugno 2014

L'altopiano delle averle

Siamo tornati sugli altopiani di Montelago (Sefro-MC) per una giornata dedicata sopratutto all'osservazione delle averle piccole.


Le averle sono particolarmente numerose in quei pianori e occupano praticamente ogni arbusto di rosa canina e di biancospino, quest'ultimo con esemplari di dimensioni da veri alberi.


Gli altopiani di Montelago sono costituiti da due piani carsici poco estesi e si trovano ad un'altitudine compresa tra i 900 e i 1000 metri di quota. Sono essenzialmente adibiti a pascolo e a raccolta di foraggio per bovini e ovini.
Nel pianoro inferiore d'inverno si forma un lago che ne occupa una gran parte; con l'arrivo della bella stagione l'acqua si ritira scomparendo nel sottosuolo attraverso degli inghiottitoi naturali.


Abbiamo deciso di andare ora, all'inizio del mese, per poter osservare tranquillamente i maschi di averla piccola non ancora impegnati nella frenetica ricerca di cibo per i pulli al nido. 
Così da poterli individuare meglio e, con l'assistenza della fortuna, anche fotografare. E così è stato!



Abbiamo censito non meno di 23 maschi in attività trofica, molto tranquilli al mattino, mentre sembravano "agitati" a cavallo dell'ora di pranzo (forse per la presenza a quell'ora di più villeggianti?) e soltanto 2 femmine (presumibilmente tutte intente alla cova).



Da rimarcare il fatto che abbiamo fatto questi rilevamenti percorrendo le sole tre strade sterrate che intersecano i due pianori, e che sicuramente molte altre coppie di averle piccole sono presenti all'interno dei vasti pascoli.


Molte altre le presenze ornitiche a Montelago, a cominciare dagli strillozzi (molti maschi in canto) e da due coppie di saltimpali. E poi ancora fanelli e ballerine bianche, tordele e merli; fringuelli, pettirossi, capinere e luì piccoli nei boschetti. Tra i rapaci: in volo alto due coppie di poiane e due di pecchiaioli, mentre in caccia sui pascoli una coppia di albanelle minori, più un secondo maschio adulto. Segno inequivocabile della presenza di almeno una seconda coppia.
Sentito a più riprese e in due diversi punti il canto della quaglia.



A completare l'idilliaco quadro rondoni, rondini e balestrucci (non molti veramente) e le onnipresenti cornacchie grigie. Intravista, forse, un'aquila (reale? o un biancone?). Silhouette di volo piatta ed è scomparsa subito oltre il crinale del monte Igno.