mercoledì 16 novembre 2011

Un labirinto d'acqua: lungo gli argini del delta del Po


Nell'ultimo fine settimana trascorso nel delta del Po, abbiamo potuto riassaporare tutto il fascino che il grande fiume esercita da sempre su di noi. Con le sue infinite ramificazioni, i suoi argini, le aree golenali ora allagate e la lussureggiante vegetazione ripariale.
Ma tutto questo non sarebbe niente se non fosse abitato da migliaia e migliaia di uccelli, di tutte le specie conosciute! In ogni stagione dell'anno. Dove c'è acqua c'è vita, da sempre.

Pioppeto allagato vicino all'Oasi di Panarella

Airone bianco maggiore
Cormorani "in spiaggia"

In questo post saremo avari di parole perché è attraverso le immagini che vorremmo riuscire a trasmettere le emozioni provate girovagando in quei posti. Limitare il tutto ad un semplice resoconto delle cose viste ci sembra riduttivo, anche perché molto spesso riesce difficile esprimere ad alta voce le sensazioni provate.

Garzetta
Argine a Papozze

   
Grandi
stormi
di
Fischioni


Po di Maistra

Roost di Cormorani lungo il Po di Maistra

Qui abbiamo osservato a lungo un bellissimo Falco pescatore in caccia nella valle, e l'abbiamo visto anche catturare un grosso pesce.

Chiurli maggiori
Albastrello
Pantana
Cormorano












Fenicotteri a Valle Pozzatini

Valle Pozzatini al tramonto
Tramonto sul Po di Levante

Alla luce di questo splendido tramonto abbiamo concluso la giornata di sabato ritirandoci poi, sul far della sera, nel B&B che ci ha ospitati: "La Casa di Paola" a Borgo di Papozze, sull'argine sinistro del Po di Venezia.









E' "doveroso" spendere due parole per questa accogliente casa e per la proprietaria, la simpaticissima ed energica Paola! In mezzo ad una ventina di altre abitazioni per la verità abbastanza grigie, spicca questa casetta gialla dove già la facciata che ospita l'ingresso la dice lunga sulla cura dei particolari, che poi l'interno rivelerà in maniera esplosiva. Entrando si ha la netta sensazione di non vivere, come spesso accade, in locazioni asettiche e prive di personalità. No, tu entri, ti guardi attorno e poi dici: ma io qui vorrei proprio viverci! Ecco, se fate un salto da quelle parti, guardate prima qui: http://www.casadipaola.it/index.html
Assistiti sempre da uno splendido sole la domenica ci siamo rimessi in moto per perlustrare la parte più a nord del Delta, fino alla foce dell'Adige. Abbiamo poi percorso tutta la Via delle Valli lungo la quale, in Valle Boccavecchia, abbiamo fatto un incontro eccezionale: abbiamo osservato un meraviglioso esemplare di Poiana, praticamente quasi tutta bianca!











Laguna Caleri

Valle Spolverina


Aironi
bianchi
maggiori


Airone cenerino

Famiglia di Tuffetti
Stormo di Cormorani


Qui termina il racconto, sopratutto visivo, di due giorni splendidi trascorsi in un posto meraviglioso. Ma siccome non tutto è proprio bello come appare, vogliamo indicare una cosa che stona grandemente in un'area protetta com'è il Parco del Delta: l'esercizio dell'attività venatoria. Abbiamo incontrato veramente tanti cacciatori; e per fortuna che ci mettevamo in movimento non proprio all'alba perché altrimenti, così ci hanno riferito, sarebbe stato come trovarsi nel bel mezzo di una guerra!!!
Un'altra cosa che ci ha negativamente colpito è l'aver osservato una quantità "industriale" di case e di vecchie strutture lavorative abbandonate, ridotte ormai a ruderi fatiscenti. Testimonianza senz'altro di un passato contadino molto vissuto ma che oggi andrebbero o recuperate o abbattute. Così come sono ora....sono proprio una brutta cosa da vedere! 
Nonostante questo, molti spazi del Grande Fiume e del suo Delta sono un vero paradiso naturalistico!



mercoledì 26 ottobre 2011

Foliage "sibillino"

Autunno! Tempo di colori forti. Tempo di cromatismi incredibili. Tempo di stupirsi ancora, come se questo momento non fosse "naturalmente" naturale. Come se non accadesse regolarmente, da sempre! Eppure, ogni volta, lo si ammira ad occhi spalancati. Il ciclo delle stagioni è immutabile: inverno, primavera, estate. Ora è il tempo dell'autunno. Niente meglio di un bosco autunnale di montagna rende l'idea del colore, di come la natura, in modo scanzonato, quasi provocatorio, si vesta in ogni occasione di mille colori.


Noi invece viviamo in città dove il grigio uniforma ogni cosa: le case, le strade, le piazze, le auto. E se qua e là resiste un po' di verde...prima o poi lo eliminiamo. Dà fastidio. In quella zona meglio farci un parcheggio, o l'ennesimo centro commerciale!
Sui Monti Sibillini no, il rosso, il giallo, l'arancio e il verde la fanno da padroni. Le faggete cominciano a dorarsi e gli aceri sono già splendidi. E il silenzio, impagabile; il vero lusso in questa società frenetica e rumorosa! Il vento e gli uccelli; i bovini e gli ovini, ancora per poco, al pascolo brado: sono il loro soffio, i loro versi, i loro richiami ad essere l'unica colonna sonora di quegli altopiani.









Le rose canine e i prugnoli stanno perdendo quasi tutte le loro foglie. Rimangono ora sugli arbusti le coloratissime bacche, rosse e blu: sembrano addobbi natalizi.









Abbiamo fatto base ai piedi del monte Bove, a Ussita, nel cuore maceratese del parco.


E lungo il corso d'acqua dell'omonimo torrente che scorre attraverso la cittadina, abbiamo cercato i merli acquaioli.


E c'erano, almeno tre! Sopra e sotto la superficie dell'acqua, oppure in volo veloce e radente, una volta a scendere e una a risalire il torrente; e una volta fermi, sempre con i piedi nell'acqua gelida! MariaRosa aveva freddo per loro...



Alcune ballerine gialle condividevano il torrente con i merli mentre sulle sponde, tra orti e giardini di antiche dimore, si potevano ammirare suggestivi angoli di natura.













Dopo l'avventura con i merli acquaioli siamo saliti sulla destra orografica del torrente, verso gli altopiani di Macereto. Una vastissima distesa di ondulati pascoli a circa 1000 mt. di quota, dove si può visitare il Santuario, una costruzione rinascimentale del XVII secolo, luogo di rifugio per i viandanti dell'epoca.



Il vasto altopiano è costellato di arbusti e rovi, rose canine e prugnoli dove saltellano e becchettano i codirossi spazzacamino, mentre al fontanile delle candide mucche di razza marchigiana c'è un gran via vai di spioncelli, pettirossi, passere scopaiole, tordele e merli. Uno degli spioncelli, visto il notevole boccone che trasportava, avrebbe potuto avere ancora qualche giovincello da sfamare!


Ridiscesi a Ussita, siamo saliti sul versante opposto della valle verso Frontignano, nota stazione sciistica del comprensorio. Ora non c'è quasi nessuno, solo radi appassionati di montagna, ancora qualche pastore che si attarda in quota con il suo gregge e tanti uccelli.


Cince more sopratutto, che si affannano a rimpinzarsi di tutto ciò che è commestibile perché tra non molto inizierà a nevicare, e allora bisognerà abbandonare quei boschi e scendere di quota.



Da Frontignano i panorami sono bellissimi specialmente quando formazioni nuvolose prima oscurano e poi, dissolvendosi, ridanno luce a porzioni di montagna. Mentre alle nostre spalle, lungo i ripidi pendii del Bove, qualcuno ha dato la prima pennellata dorata alle faggete.



Scendendo, a circuito, verso Ussita abbiamo costeggiato lo splendido paesino di S.Placido: una quindicina di piccole case da tempo abbandonate. Ma negli ultimi anni dei privati hanno acquistato e ristrutturato le abitazioni; ed ora il paesino è tornato a vivere, in splendida solitudine.


Moltissime volte le cose veramente belle, che vale la pena vedere, vivere, le abbiamo subito dietro l'angolo. Basta saperle e volerle cercare!