martedì 20 giugno 2017

Campo Imperatore: il volo dei grifoni.

Quassù, mediamente a 1800 metri di altitudine per dimenticare, almeno per un giorno, la sconsiderata vita che più o meno inconsciamente siamo costretti a vivere!
Nella vastità dell'altopiano di Campo Imperatore (AQ), immensa tavolozza di colori dove regna sovrano il silenzio, vivono e si riproducono centinaia e centinaia di coppie di piccoli uccelli. Ma questa volta, e siamo grati alla benevolenza del destino, siamo incappati nella giornata dei grifoni. Più di trenta di questi maestosi avvoltoi si sono fatti a lungo osservare!
Ma andiamo con ordine.
Prima di immetterci nell'altopiano vero e proprio salendo da Fonte Cerreto, abbiamo fatto una deviazione a destra verso il lago di Filetto e la piana di Fugno.


Non c'eravamo mai stati e siamo rimasti favorevolmente colpiti da questa piccola conca dove, vicino ad un rudere e a piccoli appezzamenti coltivati c'è il piccolo lago quasi pieno di vegetazione galleggiante, e un ridotto canneto. Al centro del lago una coppia di folaghe con pulli e sui bordi alcuni germani reali e una gallinella d'acqua.

Sulle cime degli alberi strillozzi in canto. Tra i massi nei declivi si muovono codirossoni e passere lagie. Ogni grande arbusto di rosa canina ospita una coppia di averle piccole. Per pochissimi secondi si fa vedere anche un maschio di zigolo giallo.























Torniamo verso la strada maestra ma, al bivio, tiriamo dritti andando dalla parte opposta. Dopo neanche un chilometro arriviamo al rifugio Montecristo. Due basse costruzioni, un impianto di risalita e un enorme parcheggio. Anche qui è segnalato, tra gli altri, il codirossone. Difatti eccolo posato sul tetto: un bel maschio con una corposa imbeccata!


Incominciamo a vedere parecchi culbianchi e a fine giornata ne perderemo il conto, tanti ne abbiamo visti! Addentrandoci nell'altopiano di Campo Imperatore nei pascoli prossimi alla strada si muovono calandri e ancora culbianchi, mentre osserviamo in prossimità di grandi pozze d'acqua mandrie di cavalli e di bovini.


Arrivati al piazzale dell'albergo e dell'osservatorio veniamo accolti dall'incessante viavai dei balestrucci, la cui colonia occupa tutto il perimetro dell'hotel. Mentre osserviamo un lontanissimo grifone uno sfarfallio bianconero attraversa le lenti dei binocoli. Sorpresi ci guardiamo attorno e incrociamo il volo di due fringuelli alpini! Che spettacolo!


Ce li godiamo per una ventina di minuti, insieme a ballerine bianche e a un chiassoso stormo di gracchi corallini. Di nuovo in auto per scendere nella piana. Incrociamo diversi spioncelli, e tra imbeccate, inseguimenti e lotte territoriali è un continuo fermarsi, scendere e risalire in macchina nel tentativo di fotografarli: che faticaccia...



Giunti nella piana procediamo a passo d'uomo cercando di vedere tutto il possibile, e anche di più! Tanto il traffico è quasi nullo. Comunque quelle poche auto che incrociamo vanno come saette: ma che avranno da correre in un posto come questo?
Dedichiamo più attenzione ai culbianchi e alle allodole. I primi giocano a nascondino tra le rocce rincorsi dai loro pulli, mentre le seconde svolazzano canore in alto nel cielo, per poi piombare al suolo e nascondersi tra le alte erbe: ma qualcuna ne scoviamo!



Avvicinandosi l'ora di pranzo puntiamo decisamente verso "lontani segnali di fumo". No, non sono i navajos di Aquila della notte (ma tu guarda come affiorano all'improvviso i ricordi di gioventù: ah, Tex Willer...magari le loro storie potevano essere state immaginate anche in posti come questo!), ma le fornacelle del ristoro Mucciante, già in piena azione. Mentre procediamo verso "le grigliate" però ecco spuntare alcuni maestosi grifoni, che con larghi e lenti giri si abbassano fino a posarsi in terra. Posarsi in terra? Ma allora vuol dire che da qualche parte c'è del cibo, qualche animale morto! Difatti eccola laggiù la carcassa di un bovino, si vede bene al binocolo; e posati lì vicino ci sono almeno 15 avvoltoi! Stiamo a lungo ad osservarli, ci dimentichiamo anche dello stomaco che brontola: qualche grifone l'avevamo sempre visto qui, ma mai così numerosi. Che meraviglia! Trascorsa una mezzora ci rimettiamo in marcia confidando di ritrovarli al ritorno.




Fatto il pieno di arrosticini  e caciocavallo via, di nuovo in marcia, verso il lago Racollo. Non senza un'ulteriore sosta all'altezza dei grifoni. Sono ancora lì posati a terra, e altrettanti in volo, sopra e davanti a noi, molto vicini. Ma ci sono altri due "sbinocolatori" indaffarati a seguirne le evoluzioni. Ma pensa te, Carlo e Simonetta! Quando non siamo fuori insieme (l'ultima è stata alla valle del Mignone) ecco che ci si incontra per caso ovunque ci siano uccelli da guardare. Poche battute poi ognuno per la sua strada (loro dovevano ancora pranzare).
Superato il bivio raggiungiamo il laghetto scoprendo il rifugio e la grande mandria di bianchi bovini, che placidamente pascolano. Chi sta sdraiato a ruminare e chi tieni gli zoccoli a mollo nell'abbeverata.


Percorriamo la stradina tutte curve che sale lungo il dolce pendio, tra un tripudio di prati riccamente fioriti: da quassù si ha una splendida visione dell'altopiano e delle cime che lo circondano.



E' ormai metà pomeriggio. Decidiamo di tornare sui nostri passi, facendo però ancora una breve sosta al lago di Filetto e al rifugio Montecristo. Per allungare, se possibile, la nostra chek-list giornaliera.
Al lago riviste tutte le specie del mattino, più qualche cardellino e verdone. Al rifugio il codirossone maschio e...più nulla. Speravamo almeno in un saltimpalo, è tutto il giorno che lo cerchiamo, ma è diventato così difficile da vedere ormai. Pazienza. 
Però, aspetta, ho visto un movimento su in alto, a metà pendio. Sembra una femmina, no è un pullo. Vediamo se attorno si muovono gli adulti.  Ma è lui stesso, il pullo, a portarci dagli adulti: spicca il volo a becco spalancato e si posa un po' più in alto, vicino a un maschio di...saltimpalo! Finalmente eccolo, e così la giornata si conclude nel modo migliore.


Possiamo metterci in viaggio, però prima dobbiamo salutare un "amico". Era lì anche stamattina quando siamo arrivati, per fare il suo lavoro: è un cane pastore. Adesso però se ne sta sdraiato sull'erba e ci osserva. Ma guardate che sguardo: è così che terrorizzi i lupi?


Non ci facciamo ingannare dalla bonarietà di quegli occhi. Se qualche spavaldo lupacchiotto si dovesse avvicinare troppo alla mandria o al gregge che lui protegge, allora saprà ben farsi rispettare! E' bellissimo. Ciao amico a quattro zampe.