giovedì 19 luglio 2012

La Gola dell'Infernaccio: escursione illustrata!

Tra le tante opportunità escursionistiche che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini offre ultimamente abbiamo scelto quella di risalire il corso del torrente Tenna fino alla sorgente, attraverso la Gola dell'Infernaccio.
























Un nome che dice tutto sulla drammaticità e l'imponenza del sito: la gola è proprio l'accesso al percorso che si snoda ora sulla sinistra ora sulla destra del torrente, tra strapiombanti pareti rocciose dove, specialmente in primavera, l'acqua scorre tumultuosa e assordante.
Ora, in piena estate, lo scorrere del torrente è molto più tranquillo non mancando però cascatelle, gorghi e rimbalzi su massi e tronchi che la natura pone come ostacoli sulla via dell'acqua.





In poco più di due ore (ma noi ne abbiamo impiegate quattro esatte: per forza, ci fermiamo continuamente ad osservare, ad ascoltare e a scattare foto!) e 350mt. di dislivello si raggiunge la sorgente del Tenna, in un ampio e spettacolare anfiteatro circondato da montagne le cui vette raggiungono e superano i 2000mt. di altezza.
Il Pizzo Berro e il Monte Priora sulla destra salendo, e il Monte Sibilla e la Cima Vallelunga sulla sinistra.
















La nostra scelta è caduta su questo percorso anche perché si snoda praticamente tutto all'ombra di grandi faggi, di aceri, di ontani, di noccioli... 



 ...ma, sopratutto, per il fascino che esercitano su di noi i torrenti di montagna.


Quello scorrere dell'acqua mai tranquillo, i continui salti sulle rocce, quella forza inarrestabile di correre verso il fondovalle e.......il rumore, anzi no, il suono così allegro, felice e sbarazzino che ti accompagna tutto il tempo! Che meraviglia!













Ci sono situazioni così belle e suggestive che è impossibile ignorare, che è impossibile non ammirare, estasiati da tanta perfetta bellezza!



Sulla via del ritorno, uscendo dall'Infernaccio, ci siamo fermati ad ammirare, perché illuminate dal sole pomeridiano le "Pisciarelle", l'ultima meraviglia che questo posto offre.


Le Pisciarelle, ed anche qui il nome è estremamente esplicito, sono uno stillicidio continuo di acqua che scende da una parete di montagna ricoperta di alberi, arbusti e muschi. Quando poi l'acqua incontra la roccia e il vuoto sottostante scende al suolo gocciolando, come una doccia naturale, dando così luogo a questo bellissimo fenomeno.
E qui abbiamo incontrato un'impegnatissima coppia di Ballerine gialle intente a sfamare una pigolante nidiata, seminascosta dalla vegetazione nella parete di roccia.



Luogo di straordinaria bellezza questo dell'Infernaccio e del torrente Tenna così come, d'altra parte, tutto il comprensorio dei monti Sibillini. 
E, a pensarci bene, come tutti i luoghi nei quali la natura è lasciata "quasi" a se stessa...


Come è facilmente osservabile le immagini che accompagnano il racconto di questa giornata non sono propriamente foto. O per meglio dire sono foto scattate durante l'escursione che poi, elaborandole al computer, ho cercato di trasformare in disegni, in acquerelli. 
Quello che ne è uscito fuori a noi è piaciuto.....!


lunedì 2 luglio 2012

Le Averle piccole di Montelago



Che le avremmo osservate, ne eravamo sicuri, ma che ne avremmo viste così tante, no! 
A Montelago (Sefro-MC) in quei vasti pianori a circa 1.000mt di altitudine, le averle piccole ci hanno stupito per la loro abbondanza.

















Sopratutto nel pianoro più alto, quello che si estende alla base del monte Igno, dove il grande mosaico dei prati sfalciati è caratterizzato dall'abbondante presenza di vegetazione arbustiva e arborea con siepi, rovi e moltissimi biancospini, alcuni dei quali ormai dei veri alberi.

















In questo bellissimo e variegato contesto naturale vivono, come in un grande condominio, alcune decine di coppie di Lanius collurio, questo particolare passeriforme detto anche "falconcello", per via della somiglianza al rapace (becco uncinato) e per alcuni tipici atteggiamenti predatori.



Nella giornata trascorsa a Montelago abbiamo contato non meno di venti maschi, percorrendo comunque solamente le strade che intersecano il pianoro, senza inoltrarci nei campi. Le foto rappresentano tutte le averle che siamo riusciti a fotografare: non ci sono doppioni!





A metà mattinata un insistito allarmare di cornacchie ha attirato la nostra attenzione: cercavamo in cielo delle poiane o, addirittura, l'aquila reale! Poi un improvviso lampo bianco ha attraversato un prato sparendo dietro un filare di biancospini: un maschio di albanella minore! L'abbiamo cercato a lungo seguendo sempre il vociare delle cornacchie; e l'abbiamo trovato, beatamente posato su un paletto: il sogno di ogni fotonaturalista!



Per tutto il tempo che l'albanella è rimasta sul palo, ha continuamente messo in atto l'atteggiamento che si osserva nella terza foto: testa spinta in alto, a guardare il cielo, e becco spalancato. Senza peraltro emettere alcun suono! Stranezze rapacesche!!!!!!!


Tra le altre presenze ornitiche, solo gli strillozzi e le tordele hanno "gentilmente posato" per noi; mentre il sottofondo musicale della giornata è stato fornito, incessantemente, dal canto delle quaglie. E nonostante tutti i prati fossero stati sfalciati, non siamo riusciti a vedere mezza penna dell'elusivo galliforme!
A metà pomeriggio poi, mentre ci concedevamo una strameritata "siesta" all'ombra di due poderosi biancospini, una splendida poiana ci ha sorvolati esibendo, con orgoglio, la sua preda: una talpa!