giovedì 17 settembre 2015

Una terra di avvoltoi e aquile: Spagna 2015!

A cadenza settennale, più o meno, viaggiamo nel sud-ovest europeo. Come i pionieri americani alla conquista di nuove terre, questa volta puntiamo il navigatore verso il west iberico, verso le "dehesas" e gli "llanos" spagnoli ai confini con il Portogallo. 
Per un'immersione totale di una ventina di giorni in quello che è un vero paradiso ornitologico.


Abbiamo percorso 7000 km, 2500 dei quali girovagando lungo rettilinei infiniti, attraversando spazi immensi tra la Castilla y Leon e l'Extremadura.
I percorsi di andata e ritorno sono stati invece due viaggi non-stop, coperti ognuno in 24 ore, con soste programmate ogni 300 km, più una sosta notturna di poche ore. Tutto è andato alla perfezione, tabella di marcia rispettata in pieno e il Nuovo Doblò si è comportato in maniera straordinaria, anche quando la temperatura esterna, in Spagna, segnava +41! L'abbiamo soprannominato Miura, il Doblò, come i famosi e potentissimi tori.....

Un tratto del fiume visto da Fermoselle, centro del Parque Natural Arribes del Duero

Arrivati in Castilla y Leon la cosa che ci ha subito stupiti è stata la grandiosità del territorio che stavamo attraversando. Orizzonti infiniti, letteralmente a perdita d'occhio; nessun ostacolo visivo a precludere alcuna osservazione e sopratutto, lasciata alle spalle la città di Zamora, abbiamo incontrato solo pochissimi piccoli paesi, distanti decine di chilometri gli uni dagli altri. 
E finalmente ci siamo "accampati"! Nell'Hotel Rural la Venta de los Arribes , a pochissimi chilometri da Fermoselle, quasi al confine con il Parque Natural Arribes del Duero. Il Duero è il terzo fiume di Spagna, e scendendo verso sud per un centinaio di chilometri delimita il confine con il Portogallo. Il parco del Douro (nome portoghese del fiume) è diviso a metà tra le due nazioni e nel corso dei secoli il corso d'acqua ha scavato lungo il confine profondi e spettacolari canyon.

Nibbio reale
Nibbio bianco


Se la spettacolarità del paesaggio ci ha lasciati senza fiato, non da meno è stato l'impatto con gli uccelli, rapaci sopratutto. Ci siamo letteralmente bloccati a una manciata di chilometri dalla nostra meta e, seppur evidentemente stanchi, non abbiamo potuto far altro che fermarci a bordo strada e guardare estasiati sopra le nostre teste: avvoltoio monaco, grifone, capovaccaio, biancone, nibbio reale, nibbio bruno (gli ultimi), aquila minore (in tutte le colorazioni), poiana, nibbio bianco (fino a tre in caccia in un tratto di 500 metri) e gheppio! Questi gli uccelli rapaci osservati lungo la "Carretera Autonómica CL 527", quella che in seguito percorreremo tutti i giorni, avanti e indietro per osservare decine e decine di piccoli, medi e grandi rapaci. E cicogne bianche e nere in migrazione, e centinaia di corvi imperiali (il corvide più diffuso nella zona) quando si raggruppano in grandi stormi nell'area della discarica di Zamora.
A chi si troverà a fare BW in quella parte di Spagna raccomandiamo vivamente la strada regionale CL 527, sopratutto nel tratto (circa 40 km) tra la città di Zamora e il piccolo centro di Bermillo de Sayago: lo spettacolo è assicurato!

Aquila minore fase intermedia
Aquila minore fase chiara


In Castilla y Leon è in atto un vero "duello all'ultima piuma" per la supremazia di specie nel territorio tra le poiane e le aquile minori! Dovunque vai troverai poiane a decine posate su tralicci, pali, recinzioni e muretti a secco; e ovunque sei vedrai sopra la tua testa decine di aquile minori (chiare, le più belle, intermedie e scure) volteggiare in cerca di prede. E' una cosa straniante perché alle poiane siamo abituati, non con quei numeri, ma insomma è il rapace più comune anche da noi. Ma le aquile minori no, non ci si immagina neanche che possano essere così presenti, così abbondanti! In più ora in volo ci sono tutti i giovani delle due specie, il che ha reso l'impatto su noi poveri BW adriatici ancora più imbarazzante. Comunque non sapremo dire quale delle due specie prevalesse numericamente sull'altra!

Dalla parte spagnola del parco del Duero. La cresta rocciosa oltre il fiume è Portogallo.
Abbiamo girato a lungo nel selvaggio e solitario ambiente del Duero, straordinariamente ricco di vita naturale ed eravamo costantemente dibattuti tra il guardare le incantevoli scenografie ambientali, o rivolgere lo sguardo solo verso il cielo per riempirci gli occhi dei bellissimi voli e volteggi dei tanti uccelli presenti. Abbiamo messo piede anche in Portogallo attraversando il fiume sulla diga a Salto de Saucelle salendo poi, in terra portoghese, al "miradouro (punto panoramico) do Penedo Durão", situato proprio sopra una parete rocciosa dove nidificano il grifone, il capovaccaio e l'aquila reale.

Grifone

Non c'è situazione migliore, più appagante per chi come noi è "stregato" dai rapaci, che osservarli dall'alto mentre si sollevano sfruttando le correnti di risalita delle pareti rocciose, arrivare all'altezza dei tuoi occhi e poi....su, su sempre più in alto fino quasi a scomparire alla vista! Meraviglioso!
Prima di superare il fiume attraversando degli incolti ci siamo imbattuti in bande di pernici rosse, mentre tutt'intorno è un tripudio di passeriformi.

Pernici rosse

Una piccola parte della Laguna di Villafàfila

Cambio drastico di paesaggio. Siamo risaliti un po' a nord nella regione, sopra Zamora: stessa vastità dei territori e spazi infiniti, ma qui prevale l'agricoltura, sopratutto di cereali. Ed è territorio di albanelle (reale e minore), falchi di palude, bianconi, e civette che occupano i nidi artificiali allestiti per le ghiandaie marine, ma ormai vuoti. Ed è territorio delle otarde, in questa zona che ospita una delle più grandi aree umide della Spagna: la Laguna di Villafàfila. In questo fine agosto è tutto asciutto, ma si può benissimo immaginare la spettacolarità dei luoghi quando d'inverno e in primavera invece è quasi tutto allagato!

Albanella reale f
Biancone f



Le otarde le abbiamo trovate con una certa facilità, sia perché sono uccelli di grande corporatura, sia perché i terreni in cui pasturavano non presentavano un'alta vegetazione. Sono buffe le otarde a terra: due zampone asciutte e lunghe, un corpo massiccio e parallelo al terreno e il lungo collo portato eretto e la testa che si muove in ogni direzione, come un periscopio. Quando decidono che tu sei troppo vicino si allontanano, ma quasi con indifferenza. Camminano lentamente in avanti, ma guardano costantemente indietro: il loro sguardo non ti abbandona mai, almeno un paio di loro nel gruppo ti controllano sempre!

Otarde

Sulla via del ritorno al nostro Hotel Rural, percorrendo strade secondarie, ci siamo imbattuti in un magnifico gufo di palude fermo su un muretto a secco, quasi a bordo strada. E lì è rimasto a guardarci con i suoi gialli occhi ipnotici, facendosi fotografare alla grande. Meraviglia delle meraviglie, non ce lo saremmo mai aspettato! Poi documentandoci abbiamo scoperto invece che esiste in zona una piccola popolazione nidificante del magnifico notturno.

Gufo di palude

E ai bordi di queste strade secondarie, in una infinita sequenza di rovi carichi di more, abbiamo osservato decine e decine di averle capirosse e i loro pulli e molte averle maggiori meridionali. E ovunque passere lagie, sterpazzole, sterpazzoline e magnanine. Occhiocotti, canapini e luì grossi; zigoli neri, strillozzi e fanelli in quantità. Passere europee, fringuelli, verdoni e verzellini. Upupe, tordele, picchi rossi maggiori e ghiandaie. Tortore selvatiche e tortore dal collare, cornacchie nere e l'unico pecchiaiolo del viaggio. Tante cinciarelle, qualche cincia dal ciuffo e qualche balia nera.

Averla capirossa juv
Averla maggiore meridionale


Passera lagia
Falco pecchiaiolo m

E così giunge l'ora di scendere più a sud, verso terre ricoperte di sughere, dove pascolano migliaia di capi di bestiame (bovini, ovini e suini) e dove regnano incontrastati i "buitres", gli avvoltoi.
Entriamo così in Extremadura, e prendiamo possesso del nostro appartamento nella struttura "Los Apartamentos Rurales Monfragüe",  a Torrejon el Rubio in provincia di Caceres.

Il Salto del Gitano

Il giorno stesso del nostro arrivo e il giorno successivo visita "intensiva" al Parque Nacional de Monfragüe, iniziando proprio dal luogo più famoso e fotografato del parco: il Salto del Gitano. Una imponente piramide rocciosa che scende a precipizio nelle acque del fiume Tajo, e sulla quale nidificano decine di coppie di grifoni, e poi il capovaccaio e il falco pellegrino, l'aquila e il gufo reale, e la cicogna nera! Sono presenti più coppie di passero solitario e di monachella nera.
el Buitre leonado
Grifone

I grifoni sono le vere star di questo luogo; a decine si staccano dalle rocce già al mattino presto. Si alzano lentamente in volteggio sul Gitano e sulle querce dei pendii che scendono dolcemente al fiume. Approfittano del primo calore mattutino per raggiungere quote elevate da dove poi prenderanno il via le loro lunghissime planate, alla ricerca di carcasse di animali da spolpare. E sono tanti, tantissimi! Nuvole di grifoni che si aggirano attenti ai segnali visivi che arrivano dalla dehesa che stanno sorvolando. E quando vedi che qualcuno di loro perde quella flemma che li porta a volteggiare e planare quasi indolentemente e accelera nel volo chiudendo un po' le ali perdendo rapidamente quota, speri di essere così vicino a dove sarà la carcassa della pecora da poter assistere allo spettacolo del loro pasto. E' un caos primordiale, una vera lotta per la sopravvivenza: se mangi continui a volare, altrimenti.....



E arrivano anche i monaci, i più forti, e poi i capovaccai, i più piccoli e appariscenti. Ma l'alimoche, il capovaccaio, se ne sta in disparte: piccolo com'è avrebbe sempre la peggio e perciò si accontenta di quello che riesce a rubacchiare in qua e in là, o che rimane alla fine del pasto degli altri.
Scene forti, ma di grande bellezza e impatto emotivo!
Già, l'avvoltoio  monaco, el buitre negro. Mai come questa volta ne abbiamo apprezzato la bellezza del piumaggio (i giovani sono veramente straordinari), la potenza e allo stesso tempo la leggerezza del volo (impressionante quando apre le sue grandi ali rettangolari e tende le lunghissime primarie: sembra occupare la metà del cielo). Quando è posato a terra poi non è difficile immaginare una figura umana con la testa calva, e avvolta in un lungo mantello nero! Ne siamo rimasti affascinati!

el Buitre negro




El alimoche infine, il capovaccaio: il più piccolo dei tre avvoltoi iberici che vivono in queste regioni. Elegante nel suo mantello bianco e nero, con uno strano ma attraente "muso" giallo, stretto e affilato, numericamente inferiore agli altri avvoltoi. Ci siamo imbattuti anche in due nidi attivi, con rispettivamente un pullo pronto all'involo.

Capovaccaio con pullo al nido
el Alimoche



L'Extremadura presenta un paesaggio completamente diverso dalla Castilla y Leon: sempre vastissimi territori, praticamente disabitati, ma fittamente ricoperti di sughere. Risulta spesso difficile rendersi conto dell'enormità delle dimensioni di questi territori proprio perché la visuale è limitata dalle chiome delle querce; ma basta salire su una qualunque collinetta per apprezzarne invece la vastità.

Extremadura, tra Caceres e Badajoz


Un giorno abbiamo attraversato la Sierra de San Pedro proseguendo poi per Roca de la Sierra, e con un largo giro (Villar del Rey, Albuquerque, Valencia de Alcántara, Herreruela) siamo tornati a Caceres, e quindi a casa. Posti bellissimi ma scarsi ornitologicamente: chiaramente quel giorno non siamo stati fortunati!
Come non siamo stati molto fortunati la volta che abbiamo attraversato, percorrendo 20 km di strada assolutamente dritta, una vasta porzione de La Serena. Una enorme pianura, incredibilmente piatta dove l'unica presenza ornitica, peraltro presente ovunque noi abbiamo messo piede, è stata la cappellaccia. Crediamo sia l'uccello più numeroso e presente dell'intero territorio che abbiamo visitato!

Cappellaccia


E' simpatica la cappellaccia con la sua crestina quasi sempre sollevata e spettinata. Quando si muove sul terreno non cammina, né corre: pàttina! Sono talmente frenetici i suoi passi che non si riesce a distinguere i movimenti dell'una e dell'altra zampa. E' un tutt'uno, alla Bip-Bip....!!
Straordinaria invece la prima parte de La Serena che abbiamo visitato. Poco a sud di Villanueva de la Serena, a Campanario, si prende a sinistra una strada secondaria che passa per la Ermita de Piedra Escrita, e che conduce all'Embalse de la Serena. Quest'area collinare e steppica, tutta saliscendi, presenta un gran numero di affioramenti di quarzite, alcuni alti anche due metri. Vengono chiamati "dientes de perro" (denti di cane) e sono bellissimi da vedere, sopratutto quando brillano al sole.
In questo ambiente viste molte rondini rossicce (peraltro osservate un po' ovunque, così come i gruccioni) e qualche monachella.

Monachella m
Rondine rossiccia

Oltre alla già citata rondine rossiccia, abbiamo visto anche rondine, rondine montana, balestruccio, rondoni e rondoni maggiori. Nessun rondone cafro, così come non abbiamo visto alcuna passera sarda. Ci siamo imbattuti in  numerose colonie di questo passero: su alberi isolati, su boschetti e sotto i nidi delle cicogne bianche, ma tutte ormai abbandonate. 
Incredibbbbbbbbbile, abbiamo mancato il Passer hispaniolensis!!!!!!!!!!

Colonia di passera sarda su nido di cicogna bianca

Ma quanti nidi di cicogna bianca: ogni grande o piccolo centro abitato, ogni casa isolata, ogni traliccio e palo mostrava il suo bel nido di cigüeňa blanca. In primavera dev'essere uno spettacolo di becchi rossi e ali bianconere! Le abbiamo contattate in migrazione prima uno stormetto di 25 lungo la (per noi) famosa CL 527 in Castilla y Leon; poi come saluto alla nostra uscita dalla Spagna, vicino a Girona, un grande stormo di più di cento uccelli, che seguiva la linea dell'autostrada verso sud!

Cicogna nera


Le cicogne nere, poche e isolate, le abbiamo viste sopratutto a Monfragüe, volteggiare e planare sulle sughere e lungo il corso del Tiétar. Mentre altre otto, prima in termica e poi verso sud le abbiamo viste sempre lungo la carretera CL 527.
Spessissimo in terra extremeňa tra le sughere abbiamo incontrato dei cervi, molti, sopratutto femmine. Ma un possente maschio ha tentato di vederci più da vicino, così da vicino da uscire all'improvviso dalla macchia e attraversare la strada a non più di 5 metri dal muso del Doblò! Per nostra (e sua) grande fortuna andavamo molto piano sia perché eravamo dentro il parco e la strada presentava parecchie curve, sia perché eravamo in prossimità di Villareal de San Carlos, e volevamo fermarci. Non voglio neanche pensare alle conseguenze di un impatto con un simile bestione, anche perché abbiamo un nefasto ricordo, nel Parco del Conero, di un scontro con un cinghiale: ci aveva sfondato il muso del vecchio Doblò! Questa volta è andata mooooolto bene!

Cerva che si riposa all'ombra di una sughera


Siamo così giunti alla fine del viaggio. Un viaggio straordinario, che ci ha regalato mille emozioni. Abbiamo visto scenari incredibili, attraversato territori che per vastità non hanno paragoni con quelli ai quali siamo abituati (e crediamo che nell'Europa occidentale non ve ne siano altri simili). Abbiamo visto uccelli in quantità tale da farci star bene tutto l'inverno.....solo a ricordarli e riguardarli nelle foto, scattate a migliaia!
Ma allora è andato tutto così bene, non c'è stato niente fuori posto? No, qualcosa di negativo l'abbiamo trovato! Ecco i tre punti neri:
1- Dopo aver spulciato un migliaio e passa di rapaci, nella conta è venuta a mancare l'Aquila di Bonelli! Non riusciamo proprio a vederla! E' ormai diventata, affettuosamente parlando, la nostra "bestia nera"! Ma non deponiamo le armi: l'inseguimento continua..........
2- L'assoluta, totale diffidenza degli uccelli nei confronti di noi umani e delle nostre auto! Bastava alle volte rallentare per vederli scappare. Soltanto i notturni sono rimasti immobili a guardarci con gli occhi spalancati! E noi che abbiamo sempre considerato l'auto come un ottimo capanno mobile!!!
3- Tutto il grandioso territorio che abbiamo visitato è, tranne le strade asfaltate e i centri urbani, un immenso e recintato "Coto privado de caza"! Ora noi non sappiamo se molti di quei cartelli stanno lì per altri motivi che non siano l'esercizio della caccia, però vogliamo sperare che se così non fosse che almeno il numero dei cacciatori non sia proporzionale al numero di ettari adibiti a tale nefasta attività!
Infine per chiudere il lungo racconto ancora due foto. 
Nella prima ci siamo noi due in un momento di relax dopo la sosta pranzo, seduti all'ombra al mirador La Higuerilla da dove MariaRosa, che non molla mai la presa, ha scovato al cannocchiale un puntino appollaiato sulle rocce più alte della Portilla del Tiétar, e mi chiama in soccorso (mmm....non può fare a meno di me....). Prontamente accorso all'oculare guardo: non è più grande di una mosca, a quella distanza, ma si riconosce benissimo "Brava, è un'aquila imperiale adulto!" E l'aggiungiamo alla chek-list.



Da quella posizione si osserva molto bene, sull'altra sponda del Tiétar, anche un'enorme sughera con un altrettanto enorme nido di avvoltoio monaco.
La seconda foto ritrae un bellissimo zigolo, il muciatto, che bazzica il parcheggio del Salto del Gitano: finalmente una sua bella foto, ci mancava!

Zigolo muciatto

Monfragüe non si discute, lo si ama incondizionatamente, è l'essenza stessa di un'area protetta. Lì non vive nessuno, c'è soltanto il piccolissimo borgo di Villareal de San Carlos: un centro visite, tre o quattro punti di ristoro per i turisti, dove si vendono anche un po' dei prodotti locali. Tutto il resto è natura pura!
La Castilla y Leon ci ha letteralmente incantati! Avevamo letto tanto e tanto ci eravamo documentati, ma poi dal vivo, dal di dentro è tutta un'altra cosa. 
Noi amiamo profondamente il mare ma non per i soliti stereotipi (l'estate, la tintarella, i tuffi, il pedalò etc.) ma perché quando ti affacci sul mare e vedi acqua fino all'orizzonte la mente respira, il cuore respira; ti senti libero da ogni sorta di oppressione e condizionamento, ti senti padrone di te stesso! La Castilla è come un mare, un mare di terra e erba; non pone limiti alla tua persona. Ti fa sentire libero di togliere il guinzaglio alla fantasia e di lasciarla correre a perdifiato in quelle steppe meravigliose. Chissà poi come deve essere in primavera quella regione!
La mettiamo in calendario per un viaggio negli anni a venire.










1 commento:

  1. Che ne dite di proporvi come inviati speciali per quark o geo&geo? :-)

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