Il monte Conero è un magnifico promontorio di natura calcarea incastonato tra le basse valli dei fiumi Esino e Musone, posto in modo equidistante dal Gargano e dal Carso triestino, a spezzare una monotona linea di terra piatta e sabbiosa bagnata dal mare Adriatico.
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Il monte Conero dalla piana del fiume Musone |
Da lontano il Conero si distingue per la sagoma allungata sul mare, coperta in ogni stagione da un manto vegetale verde scuro: la vetta è posta a 572mt slm.
Quella del Conero è la più vasta formazione di macchia mediterranea del medio Adriatico, di cui il leccio è l'albero più importante mentre il corbezzolo, con la contemporanea presenza autunnale di grappoli di fiori bianchi e frutti rossi (le ciliegie marine), ne è il più vistoso e bello: dal suo nome greco "kòmaros" sembra derivare il nome stesso del monte.
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I frutti del corbezzolo (kòmaros in greco) |
La baia di Portonovo, originata in epoca remota da una colossale frana precipitata dalle sovrastanti rocce di Pian Grande, si è via via ricoperta di una fitta e lussureggiante macchia mediterranea, dove il moto ondoso ha prima formato e poi racchiuso due piccoli laghi salmastri. Questo vero gioiello naturalistico è purtroppo preso oggi d'assalto da un turismo che sembra non porsi più limiti.
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La baia di Portonovo e le rocce di Pian Grande |
Dopo giornate di forte tramontana, quando poi il sole splende e l'aria è particolarmente tersa, dall'alto delle falesie si possono ammirare le isole e le montagne della Croazia.
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La catena delle Alpi Dinariche in Croazia |
Sul versante occidentale del monte Conero, che si affaccia sulle colline e le campagne del parco, il massiccio intervento dell'uomo ha rimboschito tutta l'area a partire dagli anni '20, dopo che era stata "spogliata" per produrre pascoli. Ciò ha portato oggi ad avere un miscuglio di essenze che molto poco a che a vedere con le piante autoctone di questi ambienti. Ecco dunque grandi e comunque belle pinete, che però vanno pian piano evolvendosi in altro tipo di vegetazione con la riconquista del territorio da parte del leccio.
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Il versante occidentale del monte visto dalla Gradina |
Dalla baia di Portonovo, fino al porticciolo di Numana, la costa del Conero è un'interrotta falesia a picco sul mare con scenari suggestivi e selvaggi, come il tratto che ospita i famosi scogli detti delle "Due sorelle".
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Gli scogli delle "Due sorelle" e la "Spiaggia dei gabbiani" |
"Un'antica storia popolare racconta di due donne, due sorelle appunto, i cui mariti pescatori erano usciti una mattina in mare. All'imbrunire le condizioni meteorologiche peggiorarono all'improvviso e il mare si ingrossò paurosamente. Le due sorelle corsero sulla spiaggia e si misero in trepida attesa del ritorno dei loro uomini. Rimasero così tutta la notte sotto l'uragano, ma il mare non restituì più ne la barca, ne i corpi degli uomini. Il mattino successivo la gente del posto trovò sulla spiaggia le due donne pietrificate, morte dal dolore per la perdita dei mariti pescatori. Così si formarono i due scogli."
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Il monte Conero e la baia di Portonovo |
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