mercoledì 18 gennaio 2012

Il Giardino delle cince

Sta diventando un appuntamento irrinunciabile quello di trascorrere un'intera giornata invernale nel "Giardino delle cince". Il giardino è nella proprietà di due nostri vecchi (ma non anagraficamente...) amici. Con Simonetta e Carlo ci conosciamo da una ventina d'anni.
Loro vivono ai piedi della catena appenninica marchigiana, in un posto magnifico e tranquillo, ne troppo vicino, ne troppo lontano da paesi e cittadine. 
Quel tanto che basta per poter udire, come unici rumori, solo quelli della natura!

Il capanno di osservazione posto davanti a una mangiatoia
Questo piccolo paradiso lo hanno costruito con le loro mani: pianificandone prima la distribuzione del "verde", piantumando poi alberi, arbusti e siepi e creando due piccoli specchi d'acqua; allestendolo poi d'inverno con alcune mangiatoie e, in primavera/estate, con nidi artificiali che lo stesso Carlo s'ingegna a costruire. 
Tutta questa meraviglia ha prodotto negli anni una chek-list di ben 80 specie di uccelli!
Però.....
Però prima di continuare il racconto della giornata con le cince, vogliamo "trasportarvi" per un momento in un mondo fatato!
Per arrivare alla casa dei nostri amici provenendo da Ancona, bisogna attraversare la Gola di Frasassi (nell'omonimo parco regionale). Come sempre, andando da quelle parti, ci fermiamo in un bar poco prima della stazione FS di Genga, per riscaldarci un  po': la giornata è splendida, c'è un gran sole sulle cime dei monti ma in basso, nella valle, fa ancora un freddo.....
Nel bar ci sono pochi avventori e ne ascoltiamo due che tra di loro parlano della bellezza, in quella gelida mattina, degli alberi tutti bianchi!!!
Incuriositi usciamo e ci guardiamo intorno: beh, si, gli alberi spogli hanno una sorta di spolverata biancastra dovuta senz'altro alla gelata notturna ma, insomma, niente di particolare finché....finché non ci addentriamo nella gola.
Da togliere il fiato. Siamo stati solo capaci di dirci l'una all'altro: "Guarda, guarda, guarda!!!" Indicando con le dita lì, là, sopra di noi.  E' stato come, e succede solo nei film di fantasia, attraversare una porta invisibile e all'improvviso ritrovarsi in tutt'altro mondo. Quello delle fiabe!




Se non fosse stato che avevamo un appuntamento, non saremmo più usciti da quel posto incantato! 
Ma non vi aspettate anche voi di veder saltellare "magici folletti" in tutto quel biancore?

Una volta tornati con i piedi per terra siamo giunti a casa dei nostri amici i quali, dopo  affettuosi baci e abbracci, da perfetti ospiti quali sono hanno rifornito ben bene le mangiatoie, hanno fatto un po' di pulizie nel capanno e fornitici gli sgabelli ci hanno "rinchiuso" nel mini osservatorio. Siamo rimasti lì dentro fin quasi l'ora di pranzo, tanto è volato il tempo ad osservare e ammirare gli svolazzi, le lotte, gli inseguimenti tra i piccoli uccelli! Nell'eccitazione fotografica sono perfino riuscito ad assestare due belle capocciate al soffitto del capanno...!


Cinciarella, cincia bigia e cinciallegra, picchio muratore, passera scopaiola e mattugia, fringuello, capinera e pettirosso, tortora dal collare: questi gli ospiti fissi delle mangiatoie di questa domenica mattina.




La specie più numerosa è sicuramente la cinciarella mentre la più socievole e "sfacciata" è la cincia bigia. La cinciallegra, delle tre, è la meno confidente, va sempre di fretta: arriva alla mangiatoia, prende un seme, e scappa via. Un lampo! Anche difficile da fotografare. Le capinere invece sono grandi estimatrici dei cachi, non sono mai andate sulla mangiatoia dei semi. 
Sul caco vanno a turno, una volta la femmina e una volta il maschio: ma che coppia è, mai insieme!



Le cinciarelle invece non lasciano nulla di inesplorato: mettono il becco dappertutto! Semi, cachi, uva, pere e grasso. E per fortuna che non c'è nient'altro...





Le cince bigie le abbiamo sempre osservate cibarsi di semi, non sono mai andate sulla frutta: evidentemente non sono tipi da cibi...molli.


Come in ogni comunità che si...rispetti, c'è sempre un "bullo", il prepotente. Eccolo.


Quando arriva lui, il picchio muratore, non c'è spazio per nessun altro: beh, con quel becco lì meglio assecondarlo, non si sa mai! In avvicinamento alla mangiatoia ha sempre un attimo di sosta, nel suo tronco preferito; e se sceglie le noccioline se ne ciba sempre a testa in giù, nel suo mondo alla rovescia.



Tutti gli altri ospiti alati si cibano rigorosamente a terra, a raccogliere tutto quanto le cince e i picchi fanno cadere nella frenesia dell'accaparramento dei semi.
Un po' agitata la passera scopaiola e sorprendentemente timido il pettirosso! Molto tranquilli invece i fringuelli e le passere mattuge.




Ogni tanto si avvicina anche lei, la tortora dal collare.


Ehi, ma quello è il "passo dell'oca"...e tu sei solo una tortora. Per favore, torna in te!
Dopo tutte le belle e divertenti osservazioni fatte e aver visto quanto mangiano questi ingordi pennuti, i nostri stomachi hanno iniziato a inviare chiari e inequivocabili segnali. Rientrando in casa per il pranzo abbiamo lasciato gli uccelli nella loro mensa ad aspettare, ordinatamente, il proprio turno.


Nel pomeriggio e fino alla scomparsa del sole dietro il profilo dei monti è continuato il nostro birdwatching, questa volta però da un capanno più grande e sopratutto più comodo: da dentro casa! Due finestroni che si affacciano sul giardino permettono meravigliose osservazioni, al calduccio, sorseggiando un buon caffè.
E' da lì che abbiamo osservato le acrobazie dei codibugnoli, ospiti anche loro di questo territorio. Ma sugli alberi, non alle mangiatoie.



E' stata una fantastica giornata, iniziata nel bianco assoluto e fiabesco di Frasassi e proseguita tra i coloratissimi e brillanti piumaggi nel "Giardino delle cince".
E' questo un posto dove si avrebbe voglia di vivere, per godere appieno delle meraviglie della natura. Ma poi la voce si spargerebbe, arriverebbero in tanti, troppi e addio silenzio e tranquillità!
Meglio allora lasciar godere Carlo e Simonetta di tutto quello che negli anni hanno costruito e ringraziarli di darci la possibilità, ogni tanto, di trascorrere un po' di tempo in loro compagnia, nella loro casa. 
Per poter riempire gli occhi e il cuore degli svolazzi di così tanti piccoli uccelli.










1 commento:

  1. che bello ! col tuo racconto, sai rendere magici anche gli amici alati più comuni !! salutoni. Stefano (Cesena-FC)

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